Continua a piangere il piatto del turismo italiano, colpito duramente dall’emergenza coronavirus, e lo conferma l’indagine realizzata da Isnart-Unioncamere: nel 2020 un italiano su due non andrà in vacanza e dei 24 milioni di persone che si muoveranno, l’86% rimarrà in Italia e solo il 4,8% andrà all’estero, contro il 26% del 2019. Tra coloro che tra luglio e settembre si recheranno in villeggiatura, il 76,5% soggiornerà in una località di mare.
Non sembra aver centrato l’obiettivo – secondo Unioncamere – il bonus vacanze: solo il 7,4% ne ha usufruito, mentre il 78,3%, ovvero quasi 19 milioni di italiani, dichiara di non utilizzarlo e un 14,3% è ancora indeciso. Complici il timore del virus, la crisi economica e la mancanza di lunghi periodi di ferie, l’estate 2020 si conferma all’insegna delle vacanze di prossimità. I turisti italiani, se non scelgono la propria regione, si spostano essenzialmente nelle regioni limitrofe: in Sicilia e Sardegna, per esempio, l’83 e il 70% di coloro che andranno in vacanza lo faranno nella propria terra.
A livello locale la regione che si preannuncia come la regina di questa particolare stagione è la Sicilia, pronta ad ospitare quasi 3 milioni di turisti, registrando così un aumento rispetto allo scorso anno quando l’isola era stata scelta da circa 2 milioni e 700 mila vacanzieri. Seguono la Puglia e la Campania, che registrano però un saldo negativo rispetto al 2019, con, rispettivamente, -10% e -22% di turisti. Anche per la Sardegna bilancio negativo, con un -14%. Tra i cali più significativi si segnala il dato della Lombardia con addirittura 800 mila turisti in meno rispetto al 2019. Non va meglio al Lazio (saldo negativo di 780 mila), alle Marche (660 mila) e all’Emilia Romagna (640 mila turisti).
La paura dei contagi e una situazione economica in sofferenza sono le due principali motivazioni – indicate entrambe dal 30% degli intervistati – che terranno a casa quest’estate 21 milioni di italiani. Il 31% dei turisti dichiara di essere stato influenzato dalla situazione sanitaria legata al Covid in merito alla scelta della propria vacanza. Gli italiani sembrano premiare, rispetto al passato, quelle regioni e quelle zone del Paese in cui il virus ha avuto un impatto minore o che offrono aree interne scarsamente popolate in cui il distanziamento è più facilmente garantito. È il caso di Umbria, Abruzzo e Friuli che vedono importanti aumenti del numero di turisti e del Molise, che addirittura raddoppia quelli registrati nel 2019.
Il Covid influenza anche la scelta della tipologia di struttura ricettiva e il mezzo utilizzato per raggiungere il luogo di vacanza: oltre 10 milioni di italiani – più del 40% di coloro che partiranno – opta per vacanze in appartamento, mentre per raggiungere la propria destinazione il 62% degli intervistati utilizzerà l’auto, staccando di molti punti la percentuale di coloro che si sposteranno in treno o in aereo (10%). Il lungo stop dell’attività fisica all’aria aperta impedita durante il lockdown fa registrare come principale motivazione nella scelta la possibilità di praticare sport, preferenza espressa dal 35% del campione, seguito dal 28,5% che sceglie la vacanza per stare a contatto con la natura. Tra gli sport preferiti, primo fra tutti è il trekking – con il 38% – seguito dalla bicicletta con il 26%. (Ansa)