Cosenza, uomo si barrica in casa armato di pistola. Prima il panico poi la “cattura”

Carlomagno
L’uomo mentre viene bloccato dalle forze dell’ordine e portato in ambulanza

Un uomo dall’apparente età di 40 anni si è barricato in casa armato di pistola pare da solo con la madre convivente. È successo all’Ultimo lotto di via Popilia, popoloso quartiere della periferia di Cosenza.

L’uomo, già noto per episodi del genere, era già andato in escandescenza la scorsa notte quando, sedati gli animi per l’ennesima volta, intorno alle 13 di sabato ha nuovamente inveito minacciosamente contro la madre, poi contro i vicini infine contro i vigili del fuoco e forze dell’ordine accorsi sul posto per sedare l’animosità del giovane. Da quanto appreso, avrebbe minacciato di rompere le tubature del gas. Notizia che non trova tuttavia conferma.

L’uomo a un certo punto si è affacciato dal balcone con un un arma in mano – non è chiaro se una pistola giocattolo o vera ovvero se detenuta legalmente – iniziando a proferire frasi minacciose del tipo: “jativinni ca sinnò v’ammazzo” (andate via sennò vi ammazzo); frasi accompagnate da altre sconnesse e senza senso. Alla vista della pistola nelle mani del soggetto, c’è stato un fuggi fuggi generale dei curiosi sui balconi vicini e nella piazza.

L’uomo caricato dalle forze dell’ordine sull’ambulanza

In pochi minuti sono arrivati anche i carabinieri che insieme ai poliziotti sono saliti al primo piano della palazzina. Entrati di forza nell’appartamento poliziotti e militari hanno disarmato l’uomo trascinandolo di forza in ambulanza.

In questi casi è probabile un Tso (firmato dal sindaco e che vale una settimana), ma non si escludono altre misure, per esempio la custodia in una comunità terapeutica. All’uomo, come da prassi, potrebbe essere contestato il reato di minacce, maltrattamenti e se l’arma dovesse risultare vera, anche la detenzione illegale di armi, sempre non sia detenuta legalmente.

L’uomo sarebbe conosciuto nel quartiere ed ai servizi sociali come un soggetto con problemi ma definito “un uomo buono incapace di fare del male”.
Uno dei tanti in città, in Calabria e in Italia che magari si trova senza un’occupazione e con disagi socio-economici ed esistenziali. E con le istituzioni totalmente assenti a tutti i livelli, sebbene enti ed associazioni siano profumatamente pagati per questi servizi alla persona.