Nemmeno il Fascismo arrivò a chiudere l’Italia come ha fatto il governo Conte per timore del contagio da coronavirus che i consulenti di Palazzo Chigi ritengono evidentemente peggiore della Peste e altre epidemie mortali, ma così non è.
Il decreto del premier pone di fatto in isolamento milioni di persone, tra l’intera regione Lombardia (il motore economico italiano ed europeo) e 14 province presenti nelle altre regioni del nord e delle Marche, con restrizioni che ricordano (in peggio) i tempi di guerra, estese in tutto il paese. Coprifuoco è dire poco.
Il nord è di fatto chiuso, nessuno può entrare né uscire, i locali possono stare aperti fino alle ore 18. Tutto resterà serrato, con effetti devastanti sull’economia di tutta Italia e il resto d’Europa.
Secondo molti esperti il decreto di Conte è esagerato, dal momento che il Coronavirus non è considerato dagli esperti internazionali alla stregua di epidemie come la malaria, il vaiolo o la peste, ma è stato fatto passare tale (e letale) anche per via di una distorta comunicazione che in molti definiscono terroristica al fine di creare panico e paura non si sa ancora a quale vero scopo. “Più letale è la psicosi, che non il covid-19”, è il refrein che si legge da più parti. Cui prodest?