La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito del referendum sull’articolo 18 proposto dalla Cgil, che voleva abrogare il Jobs Act, la riforma del Lavoro varata dal governo Renzi che ha di fatto eliminato le tutele previste dallo Statuto dei lavoratori. Il sindacato puntava anche a reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa, richiesta rigettata dalla Consulta che ha dato tuttavia il lasciapassare alla consultazione per quanto concerne i Voucher e sulla responsabilità in solido appaltante-appaltatore.
In Camera di consiglio la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile la richiesta di referendum denominato “abrogazione disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti” (n. 170 Reg. Referendum); ammissibile la richiesta di referendum denominato “abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)” ( n. 171 Reg. Referendum); inammissibile la richiesta di referendum denominato “abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi” (n. 169 Reg. Referendum). E’ quanto riporta la nota della Consulta.
La Cgil intende “continuare la battaglia” per modificare le norme del Jobs Act sui licenziamenti e valuta il ricorso alla Corte Europea, ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso in una conferenza stampa dopo la decisione della Consulta che ha dichiarato inammissibile il ricorso sull’articolo 18 al referendum.
Acnhe le opposizioni promettono battaglia: “Dalla Consulta – attacca Salvini – sentenza politica, gradita ai poteri forti e al governo come quando bocciò il referendum sulla legge Fornero. Temendo una simile scelta anche sulla legge elettorale il prossimo 24 gennaio, preannunciamo un presidio a oltranza per il voto e la democrazia sotto la sede della Consulta a partire da domenica 22 gennaio”.
“Non commento il no della Consulta – dice il parlamentare M5S Danilo Toninelli – al referendum sull’art. 18 ma il Governo non canti vittoria: il Jobs Act è veleno per economia e lo aboliremo”. “Questa primavera – commenta il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio – saremo chiamati a votare per il referendum che elimina la schiavitù dei voucher. La Corte Costituzionale ha appena dato l’ok. Sarà la spallata definitiva al Pd, a quel partito che ha massacrato i lavoratori più di qualunque altro e mentre lo faceva osava anche definirsi di sinistra!”.