Per il canone Rai in bolletta potrebbero esserci problemi. Lo fa intendere il consiglio di Stato che invita a rivedere norme e regolamenti. Secondo il Consiglio manca “un qualsiasi richiamo ad una definizione di cosa debba intendersi per apparecchio televisivo”, dal momento che sul mercato sono ormai disponibili molti “device” (dispositivi come tv, smartphone, Pc, portatili e tablet, ndr) per la ricezione dei programmi.
Nessun riferimento allo scambio dati tra vari enti necessario per l’addebito. Formule tecniche di non facile comprensione. Segnalando queste “criticità”, il Consiglio di Stato invita l’amministrazione a rivedere il regolamento sul canone Rai in bolletta, sospendendo il proprio parere in merito.
Secondo il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli “quella del Consiglio di Stato non è affatto una bocciatura ma un utile suggerimento di integrazioni e chiarimenti peraltro assolutamente nella prassi dei pareri del Consiglio stesso. E’ un po’ singolare – afferma l’esponente di governo – trasformare nella comunicazione i pareri e i contribuito consultivi che servono esattamente a migliorare il testo e che sono accolti da noi con spirito costruttivo in una inesistente bocciatura”.
Altro scoglio da superare potrebbe essere la definizione di “tassa” o “canone”, quest’ultimo termine afferente a una sorta di abbonamento che solo l’utente decide se aderire o no. Per la “tassa”, invece, il problema sorge in quanto, per esempio, in riferimento alla tassa sulla casa, bollo auto eccetera, il cittadino a fronte del possesso di uno o più immobili o uno o più auto deve pagare due tasse per entrambi i beni. Con la Tv un cittadino potrebbe avere anche 3 o 4 tv, e più dispositivi ma pagherebbe una sola “tassa” o “canone”. Un pasticcio che nessuno riesce a spiegarsi.