Calabresi nel Mondo, rinviato a giudizio Pino Galati

Dall'inchiesta è emersa una distrazione di fondi destinati all'ente in house della Regione Calabria. "Gestione clientelare delle assunzioni". Ma sull'esponente politico la tegola più pesante è in Quinta bolgia

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Giuseppe Pino Galati

L’ex sottosegretario di Stato Pino Galati è stato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Catanzaro sulla Fondazione “Calabresi nel Mondo”, ente in house della Regione Calabria. Il processo inizierà il prossimo 17 luglio e vedrà imputata anche una collaboratrice di Galati, Mariangela Cairo.

L’inchiesta a carico di Galati riguarda una presunta distrazione di fondi comunitari. Le accuse, per Galati e Mariangela Cairo sono, a vario titolo, quelle di abuso di ufficio, falsità ideologica e peculato.

Un terzo imputato, Giuseppe Antonio Bianco, ex dirigente della Regione Calabria, ha scelto il rito abbreviato, che avrà luogo il prossimo 15 maggio. Dall’inchiesta è emersa una distrazione di fondi destinati all’associazione “Calabresi nel mondo”, ora in liquidazione, evidenziando una gestione “clientelare” delle assunzioni, con la paventata violazione delle norme in materia, ma anche nella parte in cui prevedeva la gratuità degli incarichi di presidente.

Pe Galati l’inchiesta della Fondazione appare “più leggera” rispetto a quella del novembre 2018 quando, fu arrestato nell’ambito dell’indagine della Dda “Quinta Bolgia” con la quale vennero svelati presunti intrecci tra ‘ndrangheta e manager nell’Asp di Catanzaro. A fine novembre 2018 l’ex esponente del governo Berlusconi venne rimesso in libertà, ma ad aprile 2019 la Dda di Catanzaro in relazione a “Quinta bolgia” aveva chiuso le indagini contestando all’esponente politico lametino la pesante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Galati è sospettato di essersi attivato a favore della cosca Iannazzo-Cannizzaro-Daponte e del sottogruppo Putrino (coinvolti in Quinta Bolgia), profondendo “il suo impegno politico per l’assegnazione di gare, appalti o posti di lavoro, soprattutto nel campo sanitario, ma anche presso la Sacal”, la società di gestione dell’aeroporto di Lamezia, “in cambio del costante impegno” degli affiliati “a procurare più voti possibili ai fini dell’elezione diventando sostanzialmente il politico di riferimento della cosca”.