Candidati sindaco in prima linea, leader politici un po’ defilati. Si chiude così la lunga campagna elettorale per le amministrative. Domenica si eleggono i sindaci delle principali città d’Italia. E alle battute finali, lo scontro è senza esclusione di colpi. Da Roma, dove il Movimento 5 Stelle con Virginia Raggi punta al suo successo più importante e il Pd con Roberto Giachetti incalza per provare il difficile sorpasso. Fino a Milano, dove si combatte la più incerta delle sfide, tra il candidato di centrosinistra Beppe Sala e quello di centrodestra Stefano Parisi. E poi Torino, Napoli, Bologna, Trieste: fino alla mezzanotte tutti in campo, per arginare l’astensionismo e convincere gli ultimi indecisi.
Matteo Renzi, che a più riprese ha sottolineato il valore locale e non nazionale del voto di domenica, è a San Pietroburgo per un Forum economico e cita la politica italiana solo per ricordare che le riforme che saranno oggetto del referendum di ottobre servono a dare stabilità in un Paese dove i governi “durano meno di un gatto in autostrada”.
Beppe Grillo tace da giorni e non si fa vedere neanche al comizio finale della Raggi, anche se parla Luigi Di Maio per pronosticare “il declino definitivo del Pd”. Silvio Berlusconi, convalescente dopo l’operazione al cuore, scrive un messaggio di sostegno a Parisi. Matteo Salvini sceglie Bologna per suonare la carica: “Possiamo inviare l’avviso di sfratto a Renzi”. Ma questa volta la scena è tutta dei candidati sindaco.
A Roma la campagna, che contrappone Pd e M5S, si chiude tra i veleni. Per la notizia, data dal “Fatto Quotidiano”, di una consulenza della grillina Raggi al comune di Civitavecchia, negli anni in cui era consigliere in Campidoglio: l’ha tenuta nascosta per tre anni violando la legge Severino, denuncia il Pd. “Ha mentito e commesso un reato”, afferma Giachetti. Ma Raggi sostiene che “questa è l’ultima goccia di fango”. Tra i due al primo turno la distanza era di oltre dieci punti, perciò il M5s crede nella vittoria: “Se entriamo in quelle stanze per loro è finita”, scandisce da Ostia la candidata grillina, che potrebbe essere il primo sindaco donna di Roma. Ma Giachetti punta al sorpasso: “Noi facciamo cambiamento con fatti concreti”.
A Milano intanto si gioca la sfida che farà probabilmente da ago della bilancia anche nelle analisi del dopo-voto, per il Pd e il centrodestra. Sala, che al primo turno ‘staccava’ Parisi solo di 5000 preferenze, incassa l’appoggio del candidato della sinistra Basilio Rizzo e lancia un ultimo appello a dare un voto sul sindaco, non sul governo: “Pensate a me, non a Renzi. Conosco la città otto volte più di Parisi”. Ma il centrodestra unito, Berlusconi e Salvini in testa, punta a vincere per lanciare proprio da Milano un “segnale” al premier e poi puntare a far prevalere il no al referendum sulle riforme.
“Renzi evita Milano, mentre Berlusconi ci manda tutti i giorni segnali di supporto – punzecchia Parisi – Chi vuole cambiare mi voti”. A Napoli il sindaco uscente Luigi De Magistris, che al primo turno era avanti di 18 punti sullo sfidante di centrodestra Gianni Lettieri, ammicca al M5s e annuncia: “Dopo le elezioni nascerà un movimento politico non leaderistico, un movimento popolare. Farò il sindaco e Napoli diventerà soggetto politico”. “A me – ribatte Lettieri – non interessano i progetti politici nazionali, mi interessa solo risolvere i problemi di Napoli”. Chiude la campagna alla Bolognina il sindaco uscente di Bologna Virginio Merola, che non ce l’ha fatta al primo turno ma parte 17 punti avanti alla candidata di centrodestra Lucia Borgonzoni.
A Trieste l’ex sindaco di centrodestra Roberto Dipiazza parte in vantaggio nel tentativo di riprendersi il Municipio dopo il quinquennio del centrosinistra, guidato da Roberto Cosolini. A Torino Piero Fassino se la deve vedere con la grillina Chiara Appendino (undici punti di distacco al primo turno). E nel finale di campagna sfodera l’annuncio di un “patto per il lavoro che porterà 20mila nuovi posti”. La sfidante Appendino rilancia con impegni sulle infrastrutture. (Ansa)