Ancona, traffico di oltre 11mila tonnellate di rifiuti pericolosi, misure

Un arresto e due obblighi. Disposto il sequestro di oltre 3 milioni di euro a carico di sei persone e due aziende accusate di traffico di rifiuti. Sequestrati 12 camion

Carlomagno

rifiuti pericolosi anconaCinquanta carabinieri-forestali dei gruppi di Ancona, Arezzo, Rimini e Lucca hanno eseguito misure cautelari personali e di sequestro a carico di 12 persone e due societร , disposte dal Giudice del Tribunale di Ancona, nellโ€™ambito di unโ€™indagine iniziata nel 2017, diretta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Ancona e condotta dai militari del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Ancona (Nipaaf)

Le misure cautelari personali hanno riguardato quattro residenti in Provincia di Arezzo, G. S. di 34 anni agli arresti domiciliari, B.R. e B.M. rispettivamente di 68 e 66 anni, colpiti da obbligo di dimora, C. P. di 56 anni, colpito da misura interdittiva, accusati dei reati di associazione a delinquere e attivitร  organizzata per il traffico illecito di rifiuti speciali, falso in atto pubblico.

Disposto inoltre il sequestro per equivalente di denaro o altri beni per un totale di 3.190.000 euro, attraverso il blocco dei conti correnti bancari e postali di 6 indagati (C.D. di 46 anni, P.F. di 36 anni, entrambi residenti in Provincia di Rimini; B.B. di 67 anni, B.S. di 44, entrambi residenti in Provincia di Ancona) e 2 societร  con sedi legali nelle Provincie di Ancona e Rimini, accusati di aver costituito unโ€™organizzazione criminale finalizzata allโ€™accumulo di 11.000 tonnellate di rifiuti pericolosi prodotti dalla frantumazione dei monitor e televisori a tubo catodico, abbandonati presso gli spazi aziendali di due ditte nei Comuni di Falconara ed Agugliano, di cui una portata al fallimento al fine di evitare le ingenti spese di smaltimento superiori al milione di euro.

Sequestrati infine 12 camion a carico di 4 soggetti e della societร  del Riminese, utilizzati per trasportare illegalmente rifiuti di diversa natura, al fine di completare gli articolati disegni criminosi messi in campo dai 20 indagati nellโ€™indagine che รจ stata chiamata โ€œRaehellโ€, per la grave situazione ambientale creata presso uno di questi due siti, in Comune di Agugliano, area peraltro vincolata paesaggisticamente e percorsa da un torrente demaniale.

Le indagini sono iniziate da alcuni accertamenti svolti nel 2017 dalla Stazione Carabinieri Forestale di Ancona nei confronti di unโ€™Azienda di Agugliano (AN) dove erano stoccate ingenti quantitร  di rifiuti Raee, destinati ufficialmente al recupero. Con la collaborazione dellโ€™Unitร  operativa controlli ambientali dellโ€™area ambiente della provincia di Ancona ed avvalendosi per le analisi dei rifiuti dellโ€™Arpam di Ancona, รจ emerso un quadro allarmante in merito alla gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) ed in particolare degli elettrodomestici, per la cui gestione, gli indagati sono accusati di aver attuato un disegno criminoso iniziato dal 2010 e perfezionatosi nel maggio 2015, quando a Camerata Picena venne presentato, anche con lo sponsor di una nota associazione ambientalista, palesemente ignara delle illegalitร , un nuovo progetto per ritirare e ricondizionare gli elettrodomestici usati, da parte di unโ€™azienda con sede ad Agugliano (AN), facente parte del gruppo di una azienda del Riminese, impegnata nella logistica e collegata a societร  Polacche.

In particolare, nel nome della tutela ambientale e della riduzione dei rifiuti Raee, gli amministratori dellโ€™azienda di Agugliano, in associazione con unโ€™Azienda di Rimini operante nel settore dei rifiuti, giร  dal 2012 hanno iniziato ad accumulare rifiuti vetrosi pericolosi in quantitร  rilevantissima, per un quantitativo che nel 2016 ammontava a circa 10.000 tonnellate, per i quali non cโ€™era alcuna possibilitร  di mercato e di recupero, ricavati da monitor e televisori a tubo catodico provenienti da gran parte dโ€™Italia, con il palese intento di accumulare denaro illegalmente ed abbandonare il sito, cagionando il fallimento fraudolento dellโ€™azienda al fine di evitare le spese di smaltimento stimate in 1.100.000 euro.

Secondo le risultanze delle indagini il ricondizionamento degli elettrodomestici era uno dei modi per far fluire i soldi accumulati illegalmente con i rifiuti vetrosi, verso la societร  madre con sede legale in San Giovanni in Marignano (RI).

In particolare lโ€™azienda del riminese ritirava gli elettrodomestici usati presso le abitazioni, a seguito di contratti con la grande distribuzione, e li rivendeva per il ricondizionamento allโ€™azienda del medesimo gruppo, di Agugliano, a prezzi piรน elevati rispetto a quelli di mercato, portandola inesorabilmente al fallimento.

In questo modo si generava un flusso illegale di denaro verso la societร  Riminese, lasciando cosรฌ ad Agugliano rifiuti ricchi di piombo e altri metalli pesanti, frammisti a polveri fluorescenti pericolose, in grado di inquinare gravemente il sito tutelato paesaggisticamente. Le prime analisi dei terreni eseguite dallโ€™ARPAM di Ancona, hanno evidenziato concentrazioni di metalli pesanti molto superiori a quelli consentiti.

Al termine della prima fase delle indagini, nel 2017 รจ stata sequestrata lโ€™area in cui erano stoccate 10.000 tonnellate di rifiuti pericolosi vetrosi derivanti dai monitor dei televisori.

Successivamente le indagini condotte dal Nipaaf di Ancona, che hanno portato alla emissione da parte dellโ€™Autoritร  Giudiziaria delle misure cautelari eseguite nei giorni scorsi, hanno individuato tutti i responsabili del traffico illecito dei rifiuti definendo con maggiore accuratezza i meccanismi fraudolenti adottati dagli indagati individuando anche un successivo traffico illecito di schede elettroniche sempre ricavate da rifiuti Raee, le quali venivano ritirate con mezzi non autorizzati, senza documentazione o con documentazione falsa, per poi essere venduti ad aziende che procedevano ad estrarre i metalli preziosi in esse contenuti.

Oltre 37 viaggi illeciti documentati in poco piรน di un mese, con diverse tonnellate di rifiuti trasportati e commercializzati illegalmente. Accertata anche la falsificazione di bilanci aziendali e registri dei rifiuti anche con utilizzo di false fatturazioni.