BAGNARA CALABRA (REGGIO CALABRIA) – Il comandante della polizia municipale di Bagnara Calabra, Raimondo Cacciola, la moglie Giuseppina Luppino, anche lei vigile urbano, ed un altro appartenente al Corpo, Pasquale Clemente, sono stati arrestati dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria con l’accusa, a vario titolo, di favoreggiamento reale e personale, omissione e abuso d’ufficio e danneggiamento.
Secondo l’accusa, i tre, per anni, non avrebbero dato seguito a denunce presentate da cittadini. Nell’inchiesta, coordinata dal pm di Reggio Antonio Cristillo, sono coinvolte altre 12 persone indagate in stato di libertร , fra cui l’ex comandante dei vigili Giuseppe Bellantone, arrestato nel 2013 in un’altra inchiesta per corruzione, tentato peculato e falso, ed un sacerdote, don Santo Donato, che avrebbe fatto realizzare un centro senza avere autorizzazioni. In esecuzione dell’ordinanza del gip Karen Catalano, Cacciola รจ stato portato in carcere, mentre la moglie e l’altro vigileย sono stati condotti agli arresti domiciliariย domiciliari.
Tutto รจ cominciato nel dicembre 2014, quando una cittadina del comune di Bagnara Calabra sporgeva denuncia presso il Comando Stazione dei Carabinieri del predetto Comune.
Avviate immediatamente le indagini dei militari, grazie ad una perquisizione effettuata presso il Comando di Polizia Municipale di Bagnara Calabra, lโesame di moltaย documentazione, nonchรฉ la testimonianza degli altri vigili, gli inquirenti hanno potuto fareย luce sul presunto sistema di illegalitร diffusa imposto, allโinterno del Comando di Polizia Municipale di Bagnara Calabra, da Raimondo Cacciola, 60 anni, fino a pochi giorni addietro comandante facente funzione dellโUfficio, succeduto nellโincarico a Giuseppe Bellantone (anchโegli tratto in arresto il 15 febbraio 2013 in un diverso procedimento, per fatti commessi nellโesercizio delle proprie funzioni).
Durante le indagini, intercorse tra lโottobre 2013 ed il dicembre 2015, sono emerse varie ipotesi delittuose (contro la pubblica amministrazione, lโamministrazione della giustizia, la fede pubblica, il patrimonio e la libertร personale). Spiegano gli inquirenti che in innumerevoli circostanze Cacciola aveva omesso di riferire alla competente Autoritร giudiziaria fatti costituenti reato in materia urbanistica e contro il patrimonio, favorendo i responsabili di tali condotte ad eludere le investigazioni dellโAutoritร o ad assicurarsi i profitti del reato ed attestando, altresรฌ, fatti falsi, con abuso delle proprie funzioni.
Con la complicitร della moglie, Giuseppina Luppino, vigilessa di anni 56, ย Cacciola aveva inoltre formato un registro di protocollo โmanualeโ inserendo numeri progressivi in bianco, attestando fatti falsi, precisamente la data e la successione nel tempo della ricezione o spedizione di atti da parte del Comando.
Di particolare allarme sociale risultava, infine, lโultimo episodio delittuoso in ordine di tempo contestato al Cacciola, il quale aveva tentato di farsi corrispondere, ricorrendo a larvate minacce e con la forza intimidatrice dellโuniforme, una parte della somma di denaro liquidata ad un soggetto rimasto coinvolto in un incidente stradale con la propria coniuge Luppino. Proprio in merito a tale sinistro, la moglie ha presentato richiesta di risarcimento allโInps dichiarando che il sinistro fosse avvenuto in itinere, cioรจ nel tragitto lavoro-abitazione.
In realtร gli accertamenti delle autoritร hanno dimostrato che Luppino, in quella circostanza era libera dal servizio poichรฉ, arbitrariamente, aveva anticipato lโuscita dal posto di lavoro e che pertanto la versione del sinistro (supportata da compiacenti dichiarazioni del coniuge Cacciola e Clemente) era finalizzata ad ottenere indebito risarcimento da parte dello Stato.
Dal coacervo dei fatti delittuosi sopra descritti e dalla loro inquietante ripetizione, gli investigatori hanno desunto la spiccata e specifica pericolositร sociale degli indagati, tale da imporre lโapplicazione della custodia cautelare in carcere per Cacciola e degli arresti domiciliari per i due complici appartenenti al Corpo.