Regionali, Occhiuto: “Manovre per delegittimarmi e farmi fuori”

Il sindaco di Cosenza dopo la mazzata del dissesto: "Debiti ereditati". Adesso "se c’è chi vuole convergere e darci una mano si faccia avanti perché ora abbiamo veramente bisogno di tutti"

Carlomagno
Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto

di Mario Occhiuto *

In questi anni ho subito ripetutamente violente aggressioni dirette alla mia persona sia sotto il lato mediatico che su quello politico, con tentativi di condizionamento gravi su organi dello Stato mirati a farmi fuori dalla scena politica amministrativa.

Purtroppo ho capito a mie spese che qui la politica si fa contro la persona. Direttamente, senza nessuno spirito di fraternità cristiana; quando invece la politica dovrebbe essere rivolta proprio a favore della persona.

Il cambiamento realizzato a Cosenza dava e dà fastidio a molti perché è una dimostrazione palese e concreta di come sia possibile migliorare il territorio anche in una regione come la Calabria. Svincolare le persone dai bisogni e dalle richieste.

Abbiamo legalizzato le Coop, smantellato campi rom e box abusivi, realizzato tante “buone pratiche” e nuove opere pubbliche per centinaia e centinaia di milioni di euro. La città è diventata piena di vita e ha ottenuto decine di premi nazionali.

Non mi sono fermato davanti a minacce e ricatti; mi hanno assegnato la scorta per quattro anni. E non ho avuto remore neanche per licenziare e denunciare un componente della mia segreteria scoperto a rubare. Ho tenuto sempre la barra dritta. Se avessi avuto paura, o se fossi stato compromesso, non avrei potuto far nulla.

Anche il dissesto è un altro tentativo di delegittimarmi e farmi fuori. Soprattutto in vista della candidatura a presidente della Regione Calabria. Dovrebbero darci un premio per come abbiamo ridotto il deficit e per quello che siamo riusciti a realizzare nonostante la grave situazione di bilancio che ci avevano lasciato in eredità. Abbiamo utilizzato tutte le risorse europee a disposizione, come mai era successo negli ultimi cento anni.

Com’è noto infatti la mia Giunta che si è insediata per la prima volta nel 2011 ha trovato nelle casse municipali il debito e il deficit, provando a ripianarli.

Il Comune di Cosenza nel 2011 infatti era già in uno stato di dissesto conclamato con delibera della Corte dei Conti regionale sulla base del grave squilibrio finanziario e dei debiti accumulati dalle precedenti amministrazioni.

Noi all’epoca, anziché dichiarare il dissesto, aderimmo nel 2012 alla nuova procedura di riequilibrio finanziario pluriennale (cosiddetto pre-dissesto) prevista dal Testo unico sugli Enti locali e introdotta in quell’anno dal Governo Monti.

Nel corso dei primi sei anni il Comune di Cosenza ha ridotto la spesa per 44 milioni di euro mentre non ha raggiunto gli obiettivi di riscossione previsti (imposte comunali). Il mancato raggiungimento delle percentuali di riscossione previste, ha determinato la dichiarazione di dissesto per la violazione degli obiettivi intermedi del piano di riequilibrio.

Un elemento da sottolineare è che per i primi 6 anni di vigenza del piano di riequilibrio la corte calabrese non ha inteso fare alcun controllo (sebbene la norma preveda controlli semestrali) che ha invece avviato nel maggio 2019 e rapidamente concluso nel luglio dello stesso anno dichiarando il dissesto. Tale attività di verifica ha avuto avvio in coincidenza con la mia candidatura a Presidente della regione Calabria.

È importante precisare che quasi tutte procedure di pre-dissesto sono state trasformate in dissesto dalle delibere delle sezioni regionali della corte dei conti.
Il dato calabrese e in generale del sud Italia evidenzia come circa il 30% dei comuni si trovi in una situazione di dissesto o pre-dissesto. In particolare, in Calabria, l’80% degli Enti locali con popolazione superiore ai 15 mila abitanti è soggetta a tali procedure. Il problema relativo alla riscossione dei tributi locali, in assenza di misure normative idonee per favorire il recupero dell’evasione, risulta la causa principale in tutte le procedure di dissesto.

Adesso noi andremo avanti lo stesso, anche in Calabria. Io non ho paura ma non voglio che si intenda la mia candidatura a presidente come una imposizione personale: ho solo messo a disposizione la mia persona non per velleità del singolo ma per una giusta causa che è quella di cambiare la Calabria.

Se c’è chi vuole convergere e darci una mano si faccia avanti perché ora abbiamo veramente bisogno di tutti.

* Sindaco di Cosenza