In Abruzzo il candidato di centrodestra Marco Marsilio vince con il 48%, trainato da una Lega al 27,5%, con Forza Italia al 9% e Fratelli d’Italia al 6,5%. E’ questo il dato che esce dalle urne dalle ultime elezioni in Abruzzo. In sostanza governatore Marsilio, espressione di FdI, viene eletto grazie ai voti locali del Carroccio, mentre si mostrano del tutto irrilevanti FI e il partito della Meloni. La Lega, a livello nazionale resta però ancorata al contratto con il M5s. “Non cambia niente, nessun rimpasto, il lavoro continua”, rassicura Salvini.
E la candidata M5s Sara Marcozzi viene scavalcata anche dal centrosinistra di Giovanni Legnini (con il 31,3%, di cui solo l’11,1% al Pd). “Non è la sconfitta del M5s ma della democrazia”, azzarda Marcozzi, che prende il 20,2% dei voti, con il 19,7% alla lista M5s. Ma si perdono 27mila voti rispetto alle ultime regionali ed è impietoso il confronto con le politiche: il M5s si dimezza, dal 41% a un 20% scarso, la Lega balza dal 12% al 27,5%. Via Bellerio – raccontano – si aspettava di fare un po’ peggio e il Movimento di fare meglio. Non è andata così.
E ora tra i leghisti trapela il timore che lo stesso Di Maio non riesca a reggere l’urto e metterne al riparo il governo. “Sono elezioni regionali: il dato mi sembra chiaro ma questo non cambia nulla per il governo”, dice da Campobasso il premier Conte, sempre più stretto tra il sostegno al M5s e lo strapotere salviniano.
“Abbiamo quattro anni davanti”, ribadisce in serata. Ma Di Maio tace: un vertice a tre nella notte a Palazzo Chigi, dovrebbe provare a chiudere su diversi dossier. Il leader M5s starebbe chiedendo all’alleato subito un’uscita pubblica su Tav. Ma secondo la Lega non può più esigere il No: il ministro dell’Interno in tv ribadisce la linea del sì ma l’ipotesi è rinviare la decisione. Salvini, che per tutto il giorno scambia sms con Di Maio, dichiara: “Sono felice di questo piccolo grande miracolo ma è un voto abruzzese, non credo che gli amici dei 5S debbano temere nulla”.