La Corte di Assise di Cosenza (presidente Lucente, a latere De Vuono) ha condannato a 18 anni e 10 mesi di reclusione Alessandro Manzi, il 27enne rossanese imputato per lโomicidio del padre Mario, avvenuto a fucilate nel novembre dello scorso anno.
La decisione arriva ad esito di una lunga camera di consiglio dopo la requisitoria del pubblico ministero Manera e lโarringa dellโavvocato Ettore Zagarese, difensore del giovane. Lโaccusa aveva chiesto lโergastolo. I giudici, grazie alla teoria difensiva, hanno concesso le attenuanti generiche ed esclusa lโaggravante dei futili motivi.
LE DISCUSSIONI FINALI Il Pubblico Ministero, nel corso della sua articolata requisitoria, aveva ritenuto Alessandro Manzi non meritevole della concessione del beneficio delle attenuanti generiche e ne aveva chiesto la condanna alla pena dellโergastolo.
Di diverso avviso lโavvocato Zagarese che, per contro, durante la sua lunga arringa difensiva protrattasi per circa 4 ore, aveva sostenuto come il giovane fosse invece meritevole di una benevola valutazione in conseguenza sia della condotta processuale serbata sia del fatto che il giovane avesse compiuto il gesto in preda ad un forte stato di disperazione a cui il genitore lo aveva indotto con il perdurare di una condotta abusante ai danni suoi e dei familiari. Una condotta confermata anche dai testimoni ascoltati in udienza e dal consulente di parte dellโimputato la cui relazione sullo stato psicologico era stata acquisita dalla Corte.