E’ stato catturato a Roma il latitante Filippo Morgante di 48 anni, ritenuto il reggente della cosca di ‘ndrangheta “Gallico” di Palmi, pluripregiudicato per associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione e illecita detenzione di armi.
I carabinieri di Reggio Calabria e i colleghi dell’Arma romana, sotto il coordinamento della Dda reggina, lo hanno individuato all’esterno di un bar, poco lontano dall’abitazione in via del Forte Tiburtino in cui aveva trovato rifugio.
Al momento dell’arresto, Filippo Morgante non ha opposto alcuna resistenza. Addosso non aveva armi, ma documenti oggetto di denuncia di smarrimento e un telefono cellulare con sim straniera.
L’uomo si era reso irreperibile dall’ottobre 2017, allorquando si era sottratto ad un ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso a seguito di una condanna definitiva ad 18 anni, 1 mese e 28 giorni per i reati di associazione di tipo mafioso, minaccia, armi clandestine e per traffico e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti emesso dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria.
Filippo Morgante è ritenuto elemento di elevata caratura, a completa disposizione della cosca “Gallico”, che gode – spiegano gli inquirenti -, di ampia autonomia decisionale in merito sia alla pianificazione degli omicidi sia alle azioni criminali da compiere per la gestione degli interessi economici del sodalizio.
Si tratta di un profilo criminale dettagliatamente delineatosi nel corso dell’indagine “Cosa Mia” della Dda reggina, a seguito della quale si è reso latitante, e che ha consentito di accertare come questi fosse “[…] al costante servizio dell’associazione mafiosa, dando attuazione a tutti gli ordini impartiti dai capi (Gallico Giuseppe, Gallico Domenico cl. ‘58, Gallico Carmelo) e/o dai “reggenti” (Gallico Rocco e Gallico Teresa), specie in materia di estorsioni; inoltre, faceva parte del c.d. “braccio armato” della cosca Gallico e partecipava attivamente alla faida che era in corso con la ‘ndrina Bruzzise; più in generale mettendosi a completa disposizione degli interessi della cosca, cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo”.
Visto che tutti i principali esponenti della consorteria sono detenuti, Filippo Morgante di fatto figurava, sino al momento dell’arresto, come il “reggente” della cosca Gallico di Palmi.