Operazione Iris – Nella mattinata odierna i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore dott. Giovanni Bombardieri, nei confronti di 18 soggetti, ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso e, a vario titolo, estorsione, truffa aggravata, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo e dalle finalitร mafiose.
I destinatari della misura sono:
1. Raffaele Alvaro, cl. 65, alias โPagghiazzaโ;
2. Carmine Alvaro, cl. 59 โu Bruzziseโ;
3. Giuseppe Alvaro, cl. 43 โu Trappitaruโ;
4. Carmine Alvaro, cl. 71 โu Limbiciโ;
5. Domenico Alvaro, cl. 77;
6. Carmelo Alvaro, cl. 60 โCarmine Bin Ladenโ;
7. Paolo Alvaro, cl. 88;
8. Giuseppe La Capria, cl. 71;
9. Francesco Rossi, cl. 57;
10. Rocco Rugnetta, cl. 83;
11. Antonino Bonforte, cl.57, โu Topuโ;
12. Saverio Napoli, cl. 68;
13. Rocco Calabroโ, cl. 68;
14. Francesco Paolo Sergio, cl. 89;
15. Domenico Rugolino, cl. 66;
16. Giuseppe Foti, cl. 55;
17. Sebastiano Callea, cl. 57;
18. Giuseppe Alvaro, cl. 32, โu Rugnusuโ (arresti domiciliari)
Lโindagine, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Reggio Calabria e coordinata dal Procuratore aggiunto, dott. Calogero Gaetano Paci, e dal Sostituto procuratore, dott.ssa Giulia Pantano, รจ stata avviata nellโestate del 2013 e ha consentito di delineare con straordinaria chiarezza gli assetti attualie gli interessi criminali della cosca โALVAROโ, una delle piรน agguerrite cosche del mandamento tirrenico della โndrangheta, di documentarne le cointeressenze con articolazioni degli altri mandamenti della provincia reggina, suffragareil ruolo egemone della famigliaโALVAROโ nellโarea ricompresa tra i comuni di Oppido Mamertina, Sinopoli, Delianuova e Cosoleto.
Le acquisizioni investigative piรน rilevanti ruotano intorno ad un casolare di contrada Scifร di Sinopoli: ubicata lungo la SS 183 che collega Gambarie a Delianuova, โla casettaโ โ cosรฌ indicata dagli indagati โ costituisce un luogo nevralgico per la cosca โALVAROโ, connotato da continue riunioni, mascherate da โmangiateโ, e da un andirivieni costante di esponenti di tutti i mandamenti di โndrangheta presenti nella provincia di Reggio Calabria.
Il monitoraggio della โcasettaโ ha soprattutto permesso di delineare compiutamente lโorganigramma della famiglia โALVAROโ, confermando le acquisizioni del procedimento โPROVVIDENZAโ riguardo alla figura di Alvaro Carmine classe 1968, soprannominato โu puliceโ, indiscusso capocosca detenuto colpito dal provvedimento cautelare che nel gennaio 2017 ha interessato le principali cosche della Piana di Gioia Tauro.
Figure di spicco sono i cugini di Carmine, i fratelli Antonio, Raffaele e Carmine (u bruzzise) Alvaro, che coordinano le attivitร criminali degli affiliati subordinati ed organizzano gli incontri con i referenti mafiosi di altre articolazioni territoriali della ndrangheta che chiedono di parlare con Alvaro Carmine โu puliceโ.
Alle figure di maggior rilievo se ne affiancano altre: numerosi affiliati, alcuni dei quali giร condannati per reati associativi in altri procedimenti, come Alvaro Giuseppe (โu rugnusuโ), Alvaro Giuseppe (โu trappitaruโ), Alvaro Carmine (โu limbiciโ), Alvaro Carmelo (โCarmine Bin Ladenโ), Alvaro Domenico, Alvaro Paolo (cl. 88), Bonforte Antonino (โu topuโ), Calabrรฒ Rocco, Sergio Francesco Paolo e La Capria Giuseppe.
Al casolare di contrada Scifร รจ stata registrata la presenza di esponenti di blasonate cosche della provincia di Reggio Calabria, quali i โPELLE-Gambazzaโ di San Luca, dei โMOLLICAโ di Africo, dei โRUGOLINOโ di Catona, โIETTOโ di Natile di Careri, โCONDELLOโ di Varapodio, โCALLEAโ di Ortรฌ, โMORABITOโ (โDE STEFANOโ) di Archi, โSCOPELLITIโ di Melia di Scilla, senza tralasciare le cointeressenze con altri casati tra i quali i โGUADAGNINOโ e i โPAPALIAโ di Delianuova, i โMAZZAGATTIโ di Oppido Mamertina e โLAROSAโ di Giffone.
Tra questi, tre sono stati raggiunti dallโodierna misura: Rugolino Domenico, capo dellโomonima cosca operante nei quartieri reggini di Catona, Arghillร , Villa San Giuseppe, Rosalรฌ e Spontone,insieme a Foti Giuseppe, suo subordinato, e Callea Sebastiano, esponente di spicco della cosca โCONDELLOโIMERTIโ, operante nel quartiere Ortรฌ di Reggio Calabria, ai quali viene contestata pure la stretta vicinanza alla cosca di Sinopoli, attestata dalla frequente presenza presso il โquartier generaleโ di contrada Scifร per condividere le strategie criminali, concordando la spartizione degli interessi illeciti e le modalitร di aggressione al tessuto economico del territorio.
Le opere pubbliche e le estorsioni.
Lโindagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo ha permesso di documentare compiutamente gli interessi criminali della cosca โALVAROโ e di quelle che con esse si sono accordate. ร il caso, in particolare, della riscossione del โpizzoโ per i โlavori di difesa costiera tra Cannitello e Santa Trada ed in particolare in difesa del centro abitato di Porticelloโ nel comune di Villa San Giovanni, bandito dalla Provincia per un importo complessivo pari a 1,7 milioni di euro, per la ricarica della barriera soffolta giร esistente e la realizzazione di nuovi tratti a protezione dellโabitato, particolarmente esposto alle mareggiate e al fenomeno erosivo della costa.
Aspetto di particolare valenza investigativa รจ il documentato accordo tra diverse compagini โndranghetiste: lโillecita dazione รจ infatti spartita tra famiglie mafiose che si estendono su un territorio vasto che va da Sinopoli, passando per Villa San Giovanni fino a raggiungere Archi di Reggio Calabria: protagonista della vicenda รจ CALABRESE Domenico โ giร coinvolto nellโindagine โSansoneโ, uomo inserito nella cosca โZITO-BERTUCAโ ma vicino agli โALVAROโ โ che, in qualitร di diretto esecutore delle disposizioni impartite da ALVARO Raffaele, per conto di Alvaro Carmine โu puliceโ, ha riscosso i proventi dellโestorsione ai danni della ditta aggiudicataria dellโappalto provinciale e ne ha consegnato materialmente quota parte proprio alle โfamiglieโ di Sinopolie di Archi.
Lโepisodio, perรฒ, che maggiormente testimonia la capacitร di infiltrazione della cosca โALVAROโ รจ quello inerente i lavori di realizzazione dellโelettrodotto Sorgente-Rizziconi, opera pubblica di interesse nazionale in ragione della finalitร di garantire la sicurezza della connessione della rete elettrica siciliana a quella peninsulare per ridurre il rischio di black out in Sicilia, incrementando la capacitร di trasporto tra la Sicilia e il continente.
In questo caso, le mire imprenditoriali del sodalizio criminale sono state estremamente pervasive e rivolte direttamente ai settori piรน remunerativi โ movimento terra, trasporto, fornitura di inerti, mezzi e manodopera โarrivando ad assicurare il controllo del cantiere ed ottenendo introiti diretti e indiretti, attraverso le ditte riconducibili al sodalizio,incaricate delle varie forniture e dei numerosi noli.
Di fatto lโindagine ha posto in evidenza lโesistenza di un vero e proprio โaccordoโ tra la Roda Spa, impresa aggiudicatrice dei contratti da Terna Spa, e alcune ditte di Sinopoli, SantโEufemia e San Procopio, tutte collegate o riconducibili agli โALVAROโ.
Emissari della cosca sono due imprenditori, NAPOLI Saverio (amministratore di fatto della impresa della ditta Costruzioni Flores Eufemia srl) e RUGNETTA Rocco (amministratore di fatto della RR Appalti & Costruzioni srl), che hanno tenuto i contatti con i rappresentanti della Roda Spa e hanno materialmente imposto le ditte subappaltatrici, i fornitori di ferro e calcestruzzo e i servizi di cantiere in genere, assegnati, su disposizione del clan, a ditte โgraditeโ e ovviamente a prezzi e condizioni piรน sfavorevoli rispetto a quelli di mercato.
In particolare, Rugnetta assume il ruolo di garante della โsicurezza ambientaleโ, โproteggendoโ le ditte Terna e Roda โ rispettivamente committente e appaltatrice โ da danneggiamenti o intimidazioni; ma รจ anche ilโmediatoreโ con la pubblica amministrazione per la risoluzione di problematiche legate a violazioni di carattere amministrativo riscontrate dal Comune di Sinopoli nel suddetto cantiere, intervenendo e, in definitiva, facendo distruggere i relativi verbali di accertamento e contestazione di alcune infrazionielevate a carico della Roda Spa.
A conferma dellโelevata caratura criminale raggiunta dagli โALVAROโ รจ il dato relativo alla totale assenza, nel corso dei lavori relativi allโappalto, di episodi di danneggiamento e atti intimidatori; aspetto, questโultimo, tanto piรน emblematico in considerazione dellโalta densitร mafiosa dellโampio contesto territoriale interessato dallโappalto.
Parimenti, in piรน occasioni sono le ditte del territorio a rivolgersi agli ALVARO per chiedere di essere incluse nelle imprese interessate dalle forniture di beni e servizi, cosรฌ riconoscendo di fatto alla โndrangheta il potere di regolamentazione dellโaccesso ai subcontratti e, piรน in generale, il controllo sulle attivitร economico-produttive nei territori in cui insiste la realizzazione dellโopera pubblica.
Le ingerenze della cosca nella Amministrazione comunale di Delianuova.
Le indagini hanno in maniera doviziosa documentato la capacitร degli โALVAROโ dโinfluenzare le scelte della pubblica amministrazione, in relazione allโattivitร dei comuni di Sinopoliโcon riferimento al giร menzionato intervento di Rugnetta per la distruzione dei verbali di contestazione elevati alla ditta impegnata nella realizzazione dellโelettrodotto โ e, soprattutto, di Delianuova.
Riguardo agli interessi mafiosi su quel comune, centrale si rivela la figura di ROSSI Francesco, allโepoca vicesindaco e assessore ai lavori pubblici (oggi sindaco di Delianuova e consigliere della Cittร Metropolitana di Reggio Calabria), anchโegli tra i frequentatori di contrada Scifร : in particolare, nellโottobre 2013 partecipava ad una riunione in cui affrontava con gli โALVAROโ โ in un clima di piena sintonia e unitร di intenti con i vertici del sodalizio โ questioni relative agli appalti e finanziamenti pubblici e, piรน in generale, a problematiche del centro urbano di Delianuova su cui la cosca esercitava la propria influenza mafiosa.
In particolare Rossi Franco aveva richiesto un intervento degli โALVAROโ su alcuni soggetti che ostacolavano la sua gestione amministrativa adducendo presunte violazioni dei patti pre-elettorali da parte del Rossi nella definizione del piano regolatore comunale e della lottizzazione della zona di Carmelia, per condurre alla caduta del governo locale nel tentativo di porsi poi in prima persona alla guida di quella amministrazione comunale.
Rossi, in pratica, aveva deciso di portare sul tavolo dei suoi interlocutori mafiosi le diverse questioni che avevano generato gli attriti in seno allโamministrazione comunale, affinchรฉ le figure apicali della cosca โALVAROโ si esprimessero nel merito, rinnovando il sostegno a Rossi e interrompendo le condotte ostruzionistiche dei suoi oppositori.
In definitiva, lโallora vicesindaco e assessore Rossi ha incarnato il ruolo di referente politico della cosca โALVAROโ in seno allโamministrazione comunale di Delianuova, โcollocatoโ nella carica pubblica dalla โndrangheta per farne gli interessi.
I sequestri.
Alla luce delle complessive risultanze investigative รจ stato eseguito il sequestro preventivo delle seguenti societร โ con relativi patrimoni aziendali, quote sociali e conti correnti โ riconducibili agli odierni indagati, come pure il casolare nella disponibilitร della famiglia mafiosa:
1. R.R. APPALTI E COSTRUZIONI S.r.l.
2. Ditta Costruzione Flores Eufemia s.r.l.
3. Immobile ubicato in Sinopoli c.da Scifร