Ancora nulla di fatto per il governo “neutrale”. Carlo Cottarelli dopo l’incontro pomeridiano con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha lasciato il Quirinale senza rilasciare dichiarazioni. Sul sito internet del Colle una nota di due righe per comunicare l’avvenuto incontro tra i due.
Ci ha pensato il portavoce di Mattarella, Giovanni Grasso a comunicare a microfoni spenti che “il presidente del Consiglio incaricato, Carlo Cottarelli ha riferito al Capo dello Stato della situazione. I due si rivedranno domani mattina”, ha detto.
L’uscita del portavoce del Quirinale è stato preceduto da un certo sconcerto da parte dei giornalisti che erano presenti quando hanno visto i corazzieri che tradizionalmente presidiano la porta che conduce allo studio “alla Vetrata” lasciare la loro postazione. Di solito questo è il segnale che il presidente della Repubblica ha lasciato “la Vetrata” per far ritorno al suo studio privato. Contemporaneamente Cottarelli è stato visto fare il suo ingresso alla Camera dei Deputati.
Forse Cottarelli rinuncia, rispunta l’ipotesi Conte o voto anticipato a luglio
Spread a 320, nonostante un uomo del Fmi – La reazione dei mercati oggi, con lo Spread schizzato a 320 punti base nonostante le rassicurazioni dell’ex esponente del Fmi, si apprende abbia colto di sorpresa anche il Presidente della Repubblica che nel dire “no” al governo giallo-verde (per la presenza di Paolo Savona) aveva anche motivato “l’impennata dello Spread” che domenica sera si assestava a 215 pb. Un elemento che ha fatto scattare anche la reazione di Luigi Di Maio e Matteo Salvini: “La colpa dello spread non eravamo noi”.
Quindi non si esclude che domani il professor Cottarelli salirà al Colle o con la lista dei ministri di un “governo balneare”, oppure rinunci lasciando così al presidente Mattarella due possibilità di scelta, per così dire immediate: l’annuncio di scioglimento delle Camere per andare ad elezioni già a luglio (come chiede anche il Pd) o la possibilità, ipotesi che circola, di riaffidare il mandato a una personalità indicata dalla maggioranza parlamentare di Lega e M5s, in questo caso di nuovo a Giuseppe Conte che a stretto giro riproporrà la stessa lista dei ministri, Savona compreso, dal momento che le preoccupazioni del Colle, oggi venute ampiamente meno, erano dovute ai mercati, che con Cottarelli hanno reagito peggio che con Conte.
Cottarelli, oltretutto andrebbe alle Camere al “massacro”, ossia senza alcuna possibilità di ottenere la fiducia, elemento su cui lo stesso Mattarella ha più volte ribadito la “necessità di una maggioranza in Parlamento”. A Montecitorio, tra M5s, Lega, Forza Italia, FdI e Noi con l’Italia l’ex commissario alla spending review, otterrebbe circa 485 voti contrari. Con i soli del Pd e pochi altri sparsi nel misto incasserebbe il sostegno di meno di 150 deputati. Al Senato stesso copione, dove i no sarebbero 250 circa su 315 senatori.