Luigi Di Maio conferma la volontà di mettere in stato d’accusa il capo dello Stato Sergio Mattarella e auspica che dopo le elezioni non sia più lui il Presidente della Repubblica: “Vogliamo un Presidente che sia garante dei cittadini, non di altri interessi”.
In un video postato su Fb il capo dei Cinquestelle chiama alla mobilitazione dopo quella che ritiene la “notte più buia della democrazia in Italia”, e invita tutti a esporre una bandiera tricolore alle finestre. Poi il 2 giugno “tutti a Roma” per celebrare la Festa della Repubblica.
Un Di Maio composto ma determinato a chiedere la messa in stato d’accusa, (per alto tradimento o attentato alla Costituzione) il Presidente della Repubblica e “qualche suo consigliere”, che secondo l’esponente politico, avrebbe “guidato” il numero uno del Quirinale ad assumere scelte che “vanno oltre le prerogative” del capo dello Stato.
“Vogliamo smontare tutte le bufale fatte circolare”, dice riferendosi allo spread che oggi, nonostante la nomina di Cottarelli, e le sue rassicurazioni all’Europa, è balzato ai massimi da quando si è aperta la crisi.
“Si parla di impeachment, dicono che non si può fare, che è una cosa assurda. E invece è possibile. Ci vuole la maggioranza assoluta del parlamento per mandare il presidente a processo davanti alla Corte costituzionale. Se la Lega non fa passi indietro”, la messa in stato d’accusa “è una certezza pressoché assoluta”. “Non facciamo questa cosa a cuor leggero, sono stato un profondo estimatore del presidente Mattarella, ma la sua scelta di ieri oltre che gravissima è incomprensibile”.
“Per questa ragione – sottolinea Di Maio – con la messa in stato d’accusa obbligheremo il Parlamento a parlare di quello che è successo ieri ma soprattutto faremo in modo che dopo le prossime elezioni non ci sia lo stesso presidente che impedirà nuovamente la nascita del governo del cambiamento. Dopo quanto accaduto l’Italia ha bisogno di un Presidente della Repubblica che scelga i cittadini e non le agenzie di rating, le banche o gli interessi tedeschi. “Fatevi sentire sui social per dire che il voto degli italiani deve contare”, ha detto invitando tutti a scrivere l’hashtag #Ilmiovotoconta
Anche Matteo Salvini, dopo il video sfogo di domenica sera chiama a raccolta i leghisti “Avevamo prenotato 1000 piazze per spiegare cosa volevamo fare al governo. Adesso andremo lo stesso in piazza come non lo stiamo facendo per colpa di qualcuno”. Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini lasciando la Camera dopo un incontro con Di Maio ed annunciando una mobilitazione del sui partito in 1000 piazze nel week end del 2-3 giugno.