In vista della formazione del nuovo governo, il leader della Lega Matteo Salvini non chiude all’ipotesi di una figura “terza”, e a proposito di un eventuale incarico alla presidente del Senato Elisabetta Casellati, ha affermato che potrebbe “fare un buon lavoro”.
“Se ci fosse qualcuno in gamba – ha detto Salvini nel corso di uno “Speciale elezioni” a Telemolise – che sottoscrive un programma che condivido perché no. Io a differenza di Di Maio non sono qua a dire o governo io o non si fa niente”.
“Siamo stati noi a eleggere il primo senatore nero – ha ricordato Salvini – tantissimi immigrati regolari votano Lega e ci dicono ‘mi raccomando non fatene entrare più, perché più ce ne sono, più casino c’è e mettono anche noi, persone perbene, nello stesso pentolone’. Penso che l’unico razzismo sia quello della sinistra che sfrutta l’immigrazione per avere nuovi poveri e nuovi schiavi da sfruttare nelle aziende”, conclude Matteo Salvini nella sua intervista a Telemolise.
E, incalzato dai cronisti che lo attendevano fuori di Palazzo Madama su come vedrebbe un eventuale mandato da parte del Quirinale al presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, Salvini ha risposto: “Può fare un buon lavoro”.
Intanto, il Movimento 5 Stelle apre alla proposta di Martina che elenca in povertà, lavoro e famiglie i tre punti su cui il Pd punta in Parlamento. “La proposta avanzata da Maurizio Martina – affermano i capigruppo del MoVimento 5 Stelle di Camera e Senato Giulia Grillo e Danilo Toninelli – rappresenta un’iniziativa utile ai fini del lavoro che sta svolgendo il comitato scientifico per l’analisi dei programmi. Abbiamo sempre detto che ciò che vogliamo fare è partire dai temi che interessano ai cittadini”.
Ieri un nuovo duello tra il due leader: “C’è chi chiude il forno, c’è chi cura l’orto”, ha scritto su Instagram il leader della Lega postando una foto che lo ritrae in mezzo al verde e riferendosi a quanto detto ieri dal candidato premier del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio, che avvertiva Salvini “di affrettarsi” a decidere di sganciarsi dal Centrodestra.