L’elezione dei due presidenti delle Camere, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, è il primo risultato dell’intesa fra M5s e centrodestra, che ora però deve confrontarsi con un impegno più delicato: quello della formazione del governo.
In un’intervista al Corriere della Sera, il leader dei Cinquestelle Di Maio afferma che “non ci siamo sporcati le mani” con Berlusconi sull’ipotesi di un “Nazareno bis”, e ribadisce che “la partita sulle presidenze è slegata da quella del governo, ma da oggi chi vuole lavorare per i cittadini sa che esiste una forza affidabile e seria che dialoga con tutti e si muove compatta per il bene del Paese”.
“Abbiamo dimostrato – ha detto Di Maio – di essere aperti a tutti, purché il dialogo e il confronto restino incentrati sulle priorità dei cittadini e non delle forze politiche”. E su Salvini dice: “Ha dimostrato di saper mantenere la parola data”. Da Forza Italia, Romani sostiene che Berlusconi ‘al tavolo dei leader non ha ottenuto nemmeno il minimo sindacale. È rimasto con un pugno di mosche in mano’. E dal Pd Martina osserva: ‘Per i 5 Stelle è la perdita dell’innocenza”.
E mentre Grillo, sulla formazione del governo si sgancia sostenendo che “se la vedono i ragazzi”, Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia afferma che “il governo sarà nostro”, ossia del centrodestra. “Troveremo i voti. Raccoglieremo i voti, uno a uno”, dice. Certo, ammette “mancano una cinquantina di voti” ma “è una distanza che si può colmare con un appello trasversale ai parlamentari”.
Per Meloni quindi, il governo si può fare con un gruppo di parlamentari che aderisce a “precisi punti del programma”, indipendentemente dal partito di provenienza. Il centrodestradice Meloni – nella trattativa per le presidenze delle Camere si è rafforzato”.