“Sono in corso e si protrarranno per l’intera giornata audizioni a chiarimenti di più soggetti di nazionalità nigeriana” in merito alla barbara uccisione di Pamela Mastropietro a Macerata. Lo afferma in una breve nota il procuratore capo Giovanni Giorgio precisando che “non sono stati effettuati fermi”.
Potrebbe dunque allargarsi la platea degli indagati per la morte della diciottenne romana ritrovata a pezzi in due trolley nelle campagne di Pollenza. Il magistrato ieri a seguito della seconda autopsia aveva fatto sapere che la ragazza era stata sezionata in modo “scientifico”, e che sui resti non vi erano tracce di sangue e di urine, per questo non è possibile stabilire se la morte sia riconducibile a una overdose di droga oppure a morte violenta.
Secondo indiscrezioni di stampa, dall’esame autoptico, sarebbero emersi colpi alla tempia provocati da uno o più oggetti contundenti e che la vittima potrebbe essere stata fatta a pezzi quando era ancora in vita. La procura finora non ha confermato né smentito la circostanza che aggraverebbe la posizione di Innocent Oseghale, il pusher nigeriano in carcere con la sola accusa di vilipendio (mutilazione) e occultamento di cadavere dopo che il Gip ha escluso l’ipotesi di omicidio, appunto per la temporanea impossibilità di stabilire le cause della morte.
Altro indagato nella vicenda di Macerata è Desmond Lucky, anch’egli nigeriano, che come Oseghale, ha negato tutte le accuse. Lucky, avrebbe riferito agli investigatori di aver solo ceduto una “modestissima” quantità di eroina.
Intanto, un nigeriano di 27 anni è stato bloccato dai Carabinieri di Milano in Stazione Centrale perché sospettato di un coinvolgimento nell’omicidio di Pamela. I militari hanno individuato l’uomo su indicazione dei colleghi di Macerata e sono già in viaggio per consegnarglielo.