MILANO – Nelle ultime due stagioni i giocatori e l’allora allenatore del Foggia Roberto De Zerbi, oggi alla guide del Benevento che ieri ha fermato il Milan ottenendo il suo primo punto in campionato di serie A, avrebbero ricevuto compensi in nero.
Denaro riciclato proveniente da una serie di reati di natura fiscale attuati per favorire gli interessi dei clan catanesi operanti a Milano e in provincia . L’intreccio tra mafia e pallone emerge dall’inchiesta della Dda milanese che ha portato in carcere il commercialista e vice presidente onorario del Foggia Ruggiero Massimo Curci.
Le manette sono scattate questa mattina per l’ipotesi di autoriciclaggio: approfondendo le indagini scaturite dall’arresto a maggio di 15 presunti appartenenti all’organizzazione criminale che favoriva gli interessi del clan Laudani in Lombardia, Gdf e Polizia sono arrivati a Curci. Tutti i giocatori sentiti, e anche De Zerbi (che ha risposto “no comment” a chi gli ha chiesto un commento), hanno negato di aver preso soldi in nero.
Il nome di Ruggiero Massimo Curci, era emerso nell’ambito di inchieste della Dda di Milano sviluppatesi la scorsa estate in cui ipotizzavano – a carico di diversi soggetti, arrestati dalla finanza tra maggio e luglio – i reati di indebita compensazione di debiti erariali con crediti tributari fittizi ed emissione di fatturazioni per operazioni inesistenti, con l’aggravante di aver utilizzato il metodo mafioso. Al commercialista nel blitz di luglio erano stati sequestrati beni per oltre 325 mila euro.