Tentano estorsione mafiosa a Carabinieri, in carcere affiliati clan Cracolici

Carlomagno
Da sinistra Renato Cracolici Francesco Cracolici e Onofrio Arcella
Da sinistra Renato Cracolici, Francesco Cracolici e Onofrio Arcella

Erano stati arrestati in flagranza di reato lo scorso 23 agosto per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di carabinieri travestiti da operai, e proprio per questo motivo dopo essere stati arrestati avevano beneficiato del regime degli arresti domiciliari.

Ma la loro posizione, alla luce della gravitร  delle accuse, รจ stata riconsiderata e sono stati prelevati da casa e condotti in cella. Si tratta di Francesco Cracolici, di 41 anni, bracciante agricolo; Renato Cracolici, pastore 37 anni e Onofrio Arcella, allevatore di trentanni, ritenuti presunti affiliati alla โ€˜ndrina โ€œCracoliciโ€ di Filogaso, centro del vibonese.

Il provvedimento, eseguito dai carabinieri delle stazioni di Maierato e Santโ€™Onofrio, scaturisce dalla valutazione degli atti da parte del Giudice distrettuale competente su richiesta della Procura distrettuale che aveva ricevuto gli atti da quella ordinaria di Vibo Valentia. Gli arrestati sono stati quindi tradotti presso il penitenziario di Vibo Valentia.

I fatti –ย Nell’ambito di attivitร  investigative, i carabinieri di Vibo, โ€œcamuffatiโ€ da operai, lavoravano nel parco eolico fotovoltaico corrente a Filogaso, quando sono stati avvicinati dai tre, incattiviti a causa della presenza dei militari che in quel momento erano appunto operai. Ossia, gli indagati non sapevano che fossero della Benemerita. Quindi, con atteggiamenti e minacce di morte, tipici degli appartenenti alle organizzazioni โ€˜ndranghetistiche, volevano costringere i militari-operai ad allontanarsi da quel luogo ed interrompessero i lavori intrapresi.

I tre vennero arrestati e tradotti dapprima in galera con la pesante accusa di aver tentato unโ€™estorsione di stampo mafioso ai Carabinieri di Vibo e Maierato e poi agli arresti domiciliari. A distanza di poco meno di un mese di nuovo in cella per ordine della Dda di Catanzaro.