Lucio, il ragazzo diciassettenne che ha confessato l’omicidio di Noemi Durini avrebbe confermato nell’interrogatorio ciò che aveva detto ieri mattina il padre Ciro Marzo in una intervista a “Chi l’ha visto”: “L’ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l’uccisione di tutta la mia famiglia”, avrebbe detto.
Sarebbe questo il movente del delitto: “L’ho uccisa con un coltello che Noemi aveva con sé quando è uscita dalla sua abitazione”, avrebbe ancora detto il giovane che all’uscita della caserma di Specchia (Lecce) ha rischiato il linciaggio della folla inferocita come successe per Salvatore Fuscaldo, killer reo confesso di Antonella Lettieri, uccisa lo scorso marzo a Cirò Marina.
Del piano di far fuori la famiglia ne aveva parlato ieri il padre. Una particolare inquietante, tutto da accertare, che ha molte analogie con il duplice omicidio di Ancona del novembre 2015 dove due giovanissimi fidanzati Antonio Tagliata e la figlia minorenne dei coniugi Giacconi, avevano architettato tutto per sterminare i genitori di lei, perché di ostacolo alla loro storia d’amore.
Un “rapporto malato”, quello tra Lucio e Noemi, durato circa un anno che ha trasformato un ragazzo apparentemente normale, alla sua prima storia d’amore, in un mostro. Lei gelosissima e innamorata pazza (su Facebook tante le foto in cui manifesta il suo folle amore per Lucio); lui, a detta dei genitori, asfissiato tanto da ricevere tre Tso, ma teneva tantissimo alla ragazza. La storia era sgradita a entrambe le famiglie.
Dopo averla uccisa, l’assassino reo confesso ha nascosto il corpo della sedicenne in un pozzo coprendolo di pietre, forse – è il sospetto degli investigatori – con l’aiuto del padre, ora indagato per sequestro di persona e occultamento di cadavere.
Mercoledì, a dieci giorni dalla scomparsa di Noemi, il ritrovamento del cadavere, dopo che agli investigatori Lucio ha confessato il crimine e indicato il luogo della sepoltura, nelle campagne di Castignano del Capo.