Si è chiuso il cerchio attorno al branco di stupratori di Rimini. Oltre ai due ragazzi marocchini di 15 e 17 anni che si sono costituiti auto accusandosi della violenza sessuale nei confronti di una giovane turista polacca, aver picchiato l’amico e aver poi stuprato un transessuale peruviano, sono stati arrestati anche gli altri due componenti che mancavano all’appello, un nigeriano minorenne, arrestato sabato sera e un congolese di 20 anni, Guerlin Butungu, richiedente asilo domiciliato a Vallefoglia (Pesaro), preso stanotte in stazione mentre tentava di fuggire in Francia via Milano.
I fatti sono stati commessi sulla spiaggia del Bagno 130 di Miramare a Rimini la notte dello scorso 26 agosto. I quattro fanno parte del branco di immigrati che era già braccato dalle forze dell’ordine che sabato hanno diffuso una prima immagine di una telecamera di video sorveglianza nella zona dov’è avvenuto il brutale stupro contro la ventiseienne polacca. I primi due marocchini sono due fratelli, gli altri due loro amici.
Sono state due donne poliziotto ad ammanettare Butungu, considerato il “capobranco”. È stato preso nella notte a Rimini Si nascondeva alla stazione di Rimini. E’ stato preso dagli agenti dello Sco e della Squadra mobile di Rimini e Pesaro. Il ventenne è salito a Pesaro su un treno diretto a Milano con l’intenzione, secondo quanto riferiscono gli investigatori, di fuggire poi in Francia. Ma a Rimini è stato bloccato. Gli uomini della squadra mobile che stavano monitorando i suoi spostamenti con l’ausilio delle tecnologie, lo hanno fermato mentre il treno transitava alla stazione. Una volta bloccato il convoglio gli uomini dello Sco e della squadra mobile sono saliti e hanno trovato il ragazzo in una delle carrozze.
Nel video, sfocato e a bassa risoluzione si vedono di spalle tre persone, uno è incappucciato, gli altri due ai lati con un cappellino. Nell’immagine vi sono elementi chiari come calze, scarpe e altri indumenti che hanno portato a diverse segnalazioni. L’orario segna le 3.57 del 26 agosto, compatibile con quello dello stupro. In mano alla Polizia di Rimini, che indaga sull’efferata violenza, vi sarebbero però altre immagini più nitide che inchioderebbero il gruppo di stranieri.
I due reo confessi, si sono presentati presso la caserma dei carabinieri di Montecchio di Pesaro, proprio dopo la diffusione della foto. “Siamo stati noi”, hanno detto i due agli investigatori dell’Arma. Sarebbe stato il padre dei fratelli marocchini, un 51enne, a convincerli a costituirsi dopo aver riconosciuto i figli nella foto.
I giovani verranno ora trasferiti a Rimini per l’interrogatorio in Procura alla presenta del pm che coordina le indagini, di un magistrato del tribunale dei minori di Bologna oltreché dei legali dei presunti aggressori. Ovviamente, i loro volti saranno mostrati alle vittime per il riconoscimento. Il trans peruviano, vittima anche lui di brutale violenza, ha riconosciuto tutti e quattro.
Lo scopo della diffusione dell’immagine video ha avuto gli effetti sperati. Si sono moltiplicate infatti le segnalazioni ai centralini da parte di persone che hanno detto di aver visto i quattro aggirarsi tra Miramare e Riccione nei giorni precedenti e successivi alle aggressioni dei due turisti polacchi in spiaggia e del trans nei pressi della Statale. La procura di Rimini ieri ha delegato un nuovo sopralluogo sulla scena del crimine. Si cerca un frammento di vetro di bottiglia con cui il branco avrebbe minacciato il trans prima di violentarlo.