“Quest’auto quanti chilometri ha?”, “ne ha solo 34.246. E’ un affarone”. Ma in realtà non è vero perché il contachilometri era stato stato manomesso. Un “affare” che ha insospettito i finanzieri del Nucleo polizia tributaria di Biella che hanno avviato mirati approfondimenti, a seguito di controlli in alcune concessionarie auto biellesi, volti a verificare se effettivamente non si nascondessero invece pratiche concorrenziali scorrette a danno degli ignari acquirenti.
Gli accertamenti, svolti nell’ambito dell’operazione “Gambero” (noto per la propensione ai “balzi all’indietro”) hanno permesso di appurare che un pensionato, ex titolare di un’officina, formalmente residente in Francia ma di fatto abitante nel basso biellese, attraverso sofisticati strumenti, riusciva a ridurre fraudolentemente i chilometri effettivamente percorsi dalle autovetture al fine di renderne più appetibile l’acquisto da parte dei clienti e aumentandone così il valore di mercato. E’ stato appurato che negli ultimi 5 anni sono stati alterati i contachilometri di 855 autovetture, con una media di circa
100.000 chilometri ribassati per ogni vettura.
Inoltre, l’uomo riusciva a modificare i filtri antiparticolato (Fap), le valvole Egr (ovvero una parte delle componenti che consentono il ricircolo dei gas combusti) e modificare le centraline delle vetture (rimappatura), in spregio alle norme che regolano la circolazione dei veicoli, alterandone in modo significativo la relativa potenza e velocità. In tali casi le autovetture “alterate” sono da considerarsi non omologate e quindi non sicure. Sono state quindi segnalate più di 2.000 autovetture al Ministero delle Infrastrutture – Dipartimento dei Trasporti – per essere avviate obbligatoriamente a revisione, ai sensi del Codice della Strada.
L’ex meccanico è stato sottoposto a perquisizione domiciliare, delegata dall’autorità giudiziaria biellese, nel marzo 2016, nel corso della quale è stata sequestrata strumentazione da lavoro (computer, dispositivi di interfaccia grafica utili alla manomissione dei km ed altri strumenti tecnici), 262 centraline nonché 9.000 euro in contanti e 1.450 franchi svizzeri ritenuti frutto dell’attività delittuosa, occultati all’interno di due centraline.
Successive indagini svolte, permettevano di accertare che l’indagato, dopo l’intervento del
2016, ha riacquistato tutto il materiale informatico per continuare l’attività illecita. Pertanto nel maggio 2017 è stata eseguita una nuova perquisizione, con l’ausilio di due “cash dogs” (cani addestrati per la ricerca di banconote) della Guardia di finanza normalmente impiegati negli aeroporti e ai valichi di confine terrestre. Ovviamente il nuovo materiale rinvenuto è stato sottoposto anch’esso a sequestro.
I militari della Sezione tutela economia sono andati oltre, riuscendo a ricostruire il giro d’affari del pensionato per un ammontare di circa 1 milione di euro che è stato ricondotto a tassazione ai fini delle imposte e dell’Iva, in quanto il soggetto è risultato del tutto sconosciuto al fisco.