Un commando di persone armate e incappucciate lo ha atteso davanti casa freddandolo a bruciapelo, in Spagna. E’ morto così Giuseppe Nirta, 52 anni, calabrese di San Luca, il cui nome è legato all’omonimo clan che con gli Strangio e i Pelle-Vottari fu protagonista della faida di San Luca culminata nel 2007 con la strage di Duisburg, in Germania.
Erano le 22 di venerdì 9 giugno, secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo Laverdad.es, quando Nirta ha raggiunto la strada che dal ristorante Venta San Felipe conduce a contrada Charcón, ad Aguilas – centro di 30mila abitanti a un’oretta di strada da Murcia, capoluogo di provincia a sud della Spagna.
Sceso dall’auto davanti la sua casa di campagna, i sicari che gli hanno teso l’imboscata gli hanno scaricato il piombo necessario a lasciarlo esanime a terra. Fonti della polizia citate dalla testata locale hanno riferito che l’uomo è stato raggiunto da alcuni proiettili sul corpo e da almeno uno alla testa. Un agguato di chiaro stampo mafioso, su questo pare non vi siano dubbi.
Insieme a lui in auto c’era la sua fidanzata rumena che Nirta era andato a prenderla poco prima. La donna avrebbe assistito a tutta la scena. Ad allertare la Guardia Civil spagnola, un vicino di casa di Giuseppe Nirta che ha raccontato agli investigatori di aver visto uomini con il volto travisato e poi udito gli spari.
In zona lo chiamavano “L’italiano”, uomo definito da chi lo conosceva “cordiale” e “molto discreto”. Andava spesso al bar-ristorante San Felipe per prendere al mattino il caffè espresso talvolta anche per cenare.
Molte le persone ascoltate dalla polizia che cerca di risalire in fretta ai suoi assassini. Le autorità spagnole sono in stretto contatto con quelle italiane e calabresi per capire se l’omicidio di Giuseppe Nirta sia riconducibile alla faida di San Luca.