โCome minoranza ci siamo astenuti nellโapprovazione della legge sulla programmazione e lo sviluppo regionale dellโattivitร teatrale, ritenendo che diversi aspetti della norma si sarebbero potuti migliorare, anche attraverso un dibattito piรน approfondito”. E’ quanto sostiene Wanda Ferro dopo l’approvazione della legge sul Teatro calabrese.
“Ad esempio – spiega – sarebbe stato opportuno prevedere che i teatri beneficiari debbano avere sede in Calabria, e non solo essere operanti nella nostra regione, cosรฌ come sarebbe stato opportuno rimodulare gli impegni di spesa relativi alle ristrutturazioni, che sembrano troppo esigui rispetto alle reali necessitร .
La legge avrebbe dovuto soprattutto prevedere criteri meno ingessati e maggiormente rivolti alla valutazione della qualitร delle proposte e alle reali ricadute sul territorio. Su criteri come quello dei 25 anni di attivitร non possiamo non evidenziare le forti tensioni e le riserve esistenti all’interno della stessa maggioranza, segno evidente di un percorso di stesura della legge poco condiviso e non privo di forzature.
Il nostro auspicio รจ che non si ripeta quanto avvenuto con il bando sugli eventi storicizzati, la cui gestione ha provocato la reazione indignata dell’intero mondo culturale calabrese.
Una ulteriore grave carenza della legge riguarda il mancato sostegno ai principali teatri calabresi, come il Politeama – del quale la Regione รจ socio fondatore -, il Rendano, il Cilea, che hanno per le loro stesse caratteristiche alti costi di gestione.
La legge non prevede alcun impegno della Regione su questi teatri, che senza sostegno pubblico difficilmente possono programmare e mantenere le stagioni, e soprattutto quellโattivitร di produzione che deve costituire unโopportunitร di lavoro per tante professionalitร e talenti calabresi, ma anche una concreta prospettiva per la sostenibilitร del nostro sistema teatraleโ.