Eracle, convalidati i 15 fermi. Altri arresti tra cui il figlio del boss Condello

Carlomagno
Domenico Francesco Condello
Domenico Francesco Condello, figlio del “supremo”

Sono stati convalidati i fermi delle 15 persone coinvolte nell’operazione Eracle di giovedì 27 aprile 2016. I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e personale della squadra mobile hanno loro notificato stamani un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sono tutti ritenuti esponenti di primo piano della cosca Condello che, insieme ai “rampolli” della cosca Tegano, avevano assunto la gestione monopolistica dei servizi di “buttafuori” dei principali locali notturni della città.

Oltre a loro sono state arrestate altre 4 persone non colpite dal fermo di giovedì scorso, tra le quali Domenico Francesco Condello, 28 anni, figlio del boss Pasquale detto il “supremo”. L’uomo è accusato di associazione mafiosa ed in particolare di essere uno dei promotori delle corse clandestine di cavalli che la cosca organizzava sulla strada di scorrimento veloce Gallico-Gambarie, con connesso giro di scommesse.

Condello è accusato anche di maltrattamento di animali e di esercizio abusivo della professione per avere somministrato farmaci ai cavalli per potenziarne le prestazioni.

Insieme a Condello arrestati anche Giovanni Magazzù alias “Muto”, classe 1983; Fortunato Caracciolo, classe 1990 e Domenico Stillittano, classe 1962.

Giovanni Magazzù
Giovanni Magazzù

Domenico Stillittano deve rispondere di associazione di tipo mafioso in quanto considerato elemento di vertice dell’omonimo clan di ‘ndrangheta che continuava dal carcere ad impartire disposizioni che venivano poste in essere dai sodali liberi.

Associazione mafiosa anche per Fortunato Caracciolo, essendo stata accertata la sua compartecipazione che aveva come promotore ed organizzatore il Domenico Nucera; lo stesso, inoltre, partecipava alle attività di “Buttafuori” agli ordini del Nucera. Al Caracciolo, inoltre, viene contestata la partecipazione, con un ruolo di primo piano, nel ferimento del Andrea Facciolo verificatasi nell’agosto 2015 a Reggio Calabria.

Giovanni Magazzù viene accusato invece di traffico di droga avendo avuto un ruolo di primo piano nell’attività illecita dello spaccio e del traffico di stupefacenti nella città di Reggio Calabria.