Google rilancia la lotta alle “fake news” e ai contenuti online offensivi, violenti o fuorvianti che talvolta compaiono nei risultati del motore di ricerca e annuncia cambiamenti “strutturali” all’algoritmo che ne regola il funzionamento: il motore online punterà a privilegiare sempre più pagine web di qualità, ad esempio assegnando un peso maggiore a fonti autorevoli e tenendo sempre più conto delle segnalazioni “umane” sui contenuti inappropriati.
La novità che coinvolge più direttamente gli utenti riguarda gli strumenti di feedback su due funzioni di Google: il completamento automatico delle ricerche, finito sotto i riflettori per aver dato anche suggerimenti razzisti e sessisti, e gli “snippet”, letteralmente “frammenti”, che estrapolano dal motore di ricerca brevi contenuti, non sempre da siti pertinenti o autorevoli. Da oggi gli utenti potranno segnalare i testi dei suggerimenti e degli “snippet” indicando se li reputano violenti, offensivi, sessualmente espliciti, inutili o falsi.
Altri cambiamenti riguardano il sistema di posizionamento di una pagina nel motore di ricerca che tiene conto e bilancia centinaia di fattori diversi. D’ora in poi al fattore dell’autorevolezza sarà assegnato un peso maggiore. Un modo per “far retrocedere contenuti di scarsa qualità” e per evitare “problemi” come quello scoppiato a dicembre sui risultati che negano l’Olocausto.
Dal canto suo anche Facebook sta facendo i conti con le “fake news” che circolano sul social più popolare del pianeta. Qualche settimana fa ogni utente iscritto ha trovato un promemoria in cui Palo Alto spiegava alcuni accorgimenti per individuare una notizia falsa.
E’ lotta alle fake news, insomma, ma c’è il concreto rischio che nel “tritacarne” degli algoritmi ci finiscano notizie vere e di qualità, a vantaggio dei grandi siti e giornaloni online che potrebbero monopolizzare l’informazione e oscurare di fatto il pluralismo.