Dramma immane a Tortora, ritrovato morto Renzo Cetraro

Carlomagno
Renzo Cetraro
La vittima, Renzo Cetraro (Fb)

Non ce l’ha fatta Renzo Cetraro, il giovane di 19 anni disperso ieri in mare a Maratea (Potenza). Nel pomeriggio, dopo intense ricerche, i soccorritori hanno ritrovato il suo corpo, purtroppo, senza vita.

Il giovane, secondo quanto ricostruito, lunedì pomeriggio era salito con un amico su una piccola barca per una battuta di pesca a largo delle coste tra Tortora e Maratea. La giornata pare fosse “ottimale”, e, forse, avevano in mente di fare come altre volte una cena a base di pesce fresco. Usciti col mare appena mosso, le condizioni, per via del forte vento, sono repentinamente cambiate e le acque si sono ingrossate fino a travolgere l’imbarcazione, probabilmente priva di salvagenti e giubbotti di salvataggio.

Insieme a Renzo Cetraro, originario di Tortora (Cosenza), c’era il 29enne Giuseppe Amendolara, che si è salvato restando aggrappato al natante capovolto. Il giovane è stato recuperato dopo essere rimasto in acqua per circa undici ore di fila. Ricoverato all’ospedale di Lagonegro (Potenza), le sue condizioni generali, al di là dello choc per aver visto la morte in faccia, non destano preoccupazioni.

L’allarme era scattato ieri sera attorno alle 22.30 quando i parenti dei giovani non vedendoli rientrare come le altre volte, si sono preoccupati. Scattate le ricerche il pool di soccorritori, in modo congiunto e sinergico, (straordinario lo spiegamento di mezzi )hanno cercato da ieri sera senza soste rintracciando solo Amendolara, ma di Renzo nessuna traccia fino a quando il suo corpo è riaffiorato dopo la burrasca.

E’ una tragedia immane quella vissuta dai parenti del giovane cosentino e da tutta la comunità di Tortora. A detta di molti, Renzo era pieno di vita ed entusiasmo. Un ragazzo con molti hobby e tanti amici: amante della pesca, dei motori e tante altri svaghi. Un ragazzo spigliato e di iniziativa. Nessuno si aspettava un simile dramma.

Toccanti i messaggi sul suo profilo Fb: Scrive Daniele tra i tanti Rip: “Il dolore è sordo, il dolore è muto. Il dolore è sordomuto. Sordo perché ascolta solo se stesso, muto perché non ci sono parole che possano parlarne”.