“Stiamo lavorando per trovare un sostituto, soprattutto una persona che parli di meno e lavori di più. Abbiamo moltissimi dossier aperti, quello sullo Stadio è uno dei tanti, i piani di zona, i toponimi, le affrancazioni, tutte cose sulle quali bisogna lavorare in maniera costante e quotidiana”. Lo ha detto il sindaco di Roma Virginia Raggi rispondendo a chi le chiedeva se, dopo le dimissioni dell’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, stesse cercando un sostituto.
Poi a proposito della revisione del progetto dello Stadio della Roma: “Non ci sarà assolutamente alcuna colata di cemento, anzi francamente mi dispiace molto che come al solito alcuni giornali abbiano inventato verità che non esistono”. “Non c’é alcun accordo, stiamo lavorando per capire se sia possibile trovare una via di mezzo. La revisione del progetto si basa su tantissimi elementi. E’ un progetto partito con la consiliatura precedente e quindi stiamo facendo tutto il possibile per armonizzarlo con la nostra visione, finché è possibile”, ha affermato Raggi.
“Adesso capiremo quali sono eventualmente questi gruppi di potere… Poi domani se c’è qualcos’altro me lo farete sapere”, ha detto ancora Raggi entrando in Campidoglio a chi le chiedeva cosa pensasse delle dichiarazioni dell’ex assessore all’Ambiente Paola Muraro che ha parlato, su La Stampa, del fatto che la sindaca sarebbe circondata da gruppi di potere che la controllano.
Di Maio, andati avanti perché Raggi si è scusata – “Raggi si fidava molto di Marra. Si è sbagliata e ha chiesto scusa. E solo perché ha chiesto scusa siamo andati avanti”. Lo ha detto Luigi Di Maio, intervenendo ad Agorà (Rai3). Il vicepresidente della Camera è poi tornato sulla vicenda del suo sms inviato dalla sindaca a Marra: “Ieri c’è stata una ricostruzione diffamante nei miei confronti su tre giornali. Se si dicono cose false è mio dovere querelare”.
L’esponente politico torna oggi sul caso della chat con Virginia Raggi su Raffaele Marra. “Ieri sono finito sui giornali per una notizia falsa, se i direttori si vogliono scusare ritiro le querele”, spiega Di Maio secondo il quale la vicenda della chat dimostra come “il M5S le pulci le fa soprattutto ai nostri”. E su Marra Di Maio conferma come, avendo lavorato anche nelle Giunte precedenti, “avevamo diffidenze e per questo avevamo chiesto la rimozione. Ma su Marra Raggi ha già chiesto scusa”.
Scontro totale con stampa – Roma, Telegram, Raffaele Marra: su questi tre campi si innesca l’ultimo atto della battaglia campale tra M5S e stampa italiana. La notizia di una chat su Telegram del 10 agosto 2016 in cui Luigi Di Maio, scrivendo a Virginia Raggi, definisce “un servitore dello Stato” Raffaele Marra, campeggia oggi su tre grandi quotidiani innescando, immediata e rabbiosa, la reazione del Movimento. Da Beppe Grillo a Davide Casaleggio fino all’ala più lontana dal vice presidente della Camera, quella ortodossa, piovono parole di solidarietà per Di Maio e attacchi feroci verso una stampa che – questo il titolo del post di Grillo – fa “killeraggio” contro i pentastellati. Con un obiettivo, è il j’accuse dell’ex comico: prestare il fianco agli altri partiti per frenare il Movimento.
La chat a cui si fa riferimento risale a circa un mese dopo l’ormai celebre incontro tra Di Maio e Marra. Ed è una chat, riportano i quotidiani questa mattina, che è finita nello smartphone dell’ex braccio destro della sindaca di Roma, attualmente al Regina Coeli. Il contesto è duplice: da un lato il Movimento attende di sapere (la risposta arriverà il 12 agosto) dal pm di Roma Giuseppe Pignatone se nei confronti di Marra vi siano “iscrizioni suscettibili di comunicazioni”; dall’altro nel M5S serpeggia, già prepotente, l’insofferenza per uno dei cardini del ‘raggio magico’. “Aspettiamo Pignatone. Poi insieme allo staff (il minidirettorio, ndr) decidete/decidiamo. Lui non si senta umiliato. E’ un servitore dello Stato. Sui miei il Movimento fa accertamenti ogni mese. L’importante è non trovare nulla”, sono le parole di Di Maio al centro del caso.
La chat, come anticipato dall’Ansa e poi pubblicato sul blog, è però più lunga di quella contenuta nelle carte pubblicate dai giornali. “Nella riunione con me, Marra semplicemente mi ha raccontato i fatti. Io l’ho ascoltato. Perché tu me lo avevi chiesto. Sono rimasto a tua disposizione non sua. E penso che nel gabinetto non possa stare, perché ci eravamo accordati così”, scrive Di Maio, al quale Raggi replica che “Pignatone risponderà quanto prima”. Parole che, tra l’altro, inducono il senatore FI Maurizio Gasparri a chiedere che il ministro della Giustizia riferisca su un eventuale traffico di notizie riservate tra Pignatone e Raggi. “Non è stata data alcuna notizia coperta da segreto investigativo”, è la replica della Procura di Roma.