La Procura di Bari ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione per il pregiudicato barese Luigi Di Gioia, 52 anni, imputato per l’omicidio dell’agente immobiliare Giuseppe Sciannimanico, ucciso il 26 ottobre 2015 a Bari.
La richiesta è stata avanzata dal pm Francesco Bretone nel processo che si sta celebrando con il rito abbreviato dinanzi al gup del Tribunale di Bari Francesco Agnino. La difesa dell’imputato ha invece insistito per l’assoluzione. Di Gioia è considerato l’esecutore materiale dell’omicidio.
Per il delitto è attualmente imputato dinanzi alla Corte di Assise di Bari l’ex collega di Sciannimanico, Roberto Perilli che sarebbe stato l’ideatore del piano per uccidere l’agente immobiliare mosso da invidia professionale. La vittima gli avrebbe tolto clienti, e lui avrebbe fatto eliminare “la concorrenza”.
Leggi dinamica e movente dell’ omicidio Sciannimanico
Beppe Sciannimanico fu attirato in una trappola mortale con la scusa di andare a vedere un appartamento. Secondo quanto emerso sarebbe stato Di Gioia a telefonare sotto falso nome all’agenzia Tecnocasa di via Cairoli dove era in forza Sciannimanico. Telefonando da una scheda telefonica intestata a un medico di Molfetta (del tutto estraneo e ignaro), Di Gioia – accerterano gli inquirenti – per prendere l’appuntamento si è presentato come tale signor Lorusso.
Giunto in via tenente De Liguori, nel quartiere Japigia del capoluogo pugliese, l’agente ha lasciato lo scooter in cerca del sedicente Lorusso ma fu avvicinato da un killer che lo ha freddato.
Il presunto mandante Perilli, sotto processo da dicembre, lo scorso novembre fu oggetto di un sequestro conservativo di beni mobili e immobili per un valore di 500mila euro, che l’agente avrebbe cercato di disfarsi per timore di risarcire le parti civili. Questa suo intento era emerso in una intercettazione in carcere.