Di nome fa Dudù, di cognome Berlusconi, all’Asp di Napoli risulta numerato Pascale, 7 anni, 7 chili e 7 vite come i gatti. Ha una folta chioma di peli bianchi morbidi e lucidi che «tingerli, mi farebbe perdere la virilità», confessa candido il celebre pet.
Nelle residenze del Cavaliere, da Arcore a palazzo Grazioli a villa Certosa l’ha portato lei, Francesca Pascale, la nuova fidanzata di Silvio Berlusconi. Non ha cucce o lettini per cani. Per lui tutta la villa, lettoni e divani che abbondano nelle ville di Silvio e Francesca.
In questa intervista, il simpatico barboncino maltese mi riceve ad Arcore nel salone del “Bunga Bunga”. Davanti alla porta del “burdellu” una targa: “Zoccole, cani e figli’ ‘e puttan nu’ cchiudenu maje ‘a pporta co’ ‘e mmane”.
Forse un dono di Apicella, chissà. Le guardie del corpo al nostro seguito armate e abbastanza cazzute. Per la conversazione Dudù pretendeva centomila euro e sapere dove venisse pubblicata l’intervista. Penso: “Tutti uguali i politici. Peggio, i cani di quei politici che contaminano la loro purezza”. «Su SecondoPianoNews.it – rispondo – ma di pagare non ci penso proprio…».
Con tono sprezzate lui, che ha ricevuto, giocherellato e scodinzolato davanti ai più potenti leader del mondo, con “vibrante” accento napoletano mi dice: «Vabbuò, ma che spaccimm’e ssit ‘è». Dovevate vedere la boria, manco fosse il maltese di Buckingham Palace: «Io parlo solo col Financial Times, l’Erald Tribune, al massimo con il Corriere della Sera. Sporadicamente col Mattin ‘e ‘Napule». Poi si è calmato. Io non cedo e vado avanti senza fermarmi per i larghi e lunghi corridoi di Arcore che sembrano “transatlantici” come quelli di Montecitorio.
Osservo e catturo tutto come uno scanner. Statue a destra e sinistra, un busto del Duce, l’altro di Napoleone… Noto un imponente monumento che ritrae il Cavaliere nudo. Un uccello imbalsamato sproporzionato…Più in là, una sfilza di questi marmi dedicati ai grandi dittatori mediorientali. Quadri di enorme valore, tappeti e arazzi che valgono una fortuna.
Dudù mi fa strada per il salone dei “festini”. Da lontano intravedo il palco con luci rosse soffuse in mezzo al quale luccica ancora il freddo acciaio del palo della lap dance. Il maltese racconta che attorno al “tubo” si attorcigliavano le più belle donne “possedute” un tempo dal padrone di casa. Qualche passo più avanti e mi inoltro tra le poltroncine da cinema color bordeaux macchiati da schizzi giallastro invecchiato. I cani maschi a differenza delle femmine eiaculano spesso. Forse è sperma canino, forse di qualche invitato. Ci vorrebbe la Scientifica per scoprirlo. Ai lati della sala delle stanze “privè”.
E’ tutto un po’ sporco e polveroso. Ho l’impressione di una sala abbandonata. Anche la villa sembra così. Il padrone di casa non c’è. Nemmeno la bionda. Della “servitù” nemmeno l’ombra. Dudù mi fa accomodare «a umma umma» e chiama un barman “casualmente” di servizio. «Vuoi Coca?», è l’invito del cagnolino. «No, sono già sballata di mio», taglio subito. «Hai detto che ti chiami Grattachecca?», ironizza peloso lui.
“Esatto. Bevo un caffè spurgato e acqua gassata”.
«Si, ma prima grattami la pancia…Teng ‘nu prurito…ah ah ah ah ah»
“Cosa avrà da ridere non si sa”. Mentre lo penso, con un balzo felino mi salta addosso e comincia a leccarmi. Naturalmente io la gratto. Come si fa a non grattare un cagnolino bello e morbido come “Sua Maestà”…
Tento di entrare nel merito delle domande che non possono che essere politiche (e pure personali).
Allora Dudù, cominciamo…
«Vuoi che mi esprima in dialetto napoletano o in bauscia milanese?»
In italiano!
«Provo a fare un mix. Se senti guaiti e gemiti non preoccuparti. Ci sarà qualche cagnetta in calore in giardino. Sai, da quando questa sala non la frequenta più nessuno sono rimasto all’asciutto e devo arrangiarmi con ciò che mi offre la natura…A buono ‘ntennitòre poche parole. Dovevi vedere che c’era fino a qualche mese fa. Il fidanzato della mia padrona, ossia il mio “patrigno” aveva perso i sensi…Dove sono cresciuto si dice: “‘A capa ‘e sotta fa perdere ‘a capa ‘e còppa”»
Capisco. Ascolta, che ruolo hai avuto nella composizione delle liste per le elezioni europee di maggio 2014?
«Io o i miei body guards?»
Dai, Dudù, si sta facendo notte…
«’Riciu ‘o ver. Anche loro hanno influito nella scelta. Diciamo che io ho ispirato la mia padrona. Ho naso su queste cose. Lei quando era a letto con il suo fidanzato mi accarezzava e mi diceva: “Di questo tizio che ne pensi?”. E io facevo un cenno con la testa. Grattache’, capisci o no che le liste sono state fatte tra una scopata e un’altra? “Questo si, questo fuori, quest’altro farà il giardiniere, per la brunetta un provino a Canale 5, la roscia in pasto ai miei simili…”»
Intendi Michela Brambilla?
«E chi sennò»
Andate d’accordo?
«Macché, quando viene in villa a Milano o Roma ‘adda sta accorta sennò l’azzanno alle caviglie. Non la sopporto proprio».
Perché?
«Ma ti pare che sta “roscia” vuole speculare sulla nostra pelle per fini personali. Nisciunu ‘s filava e poi ha trovato il modo di farsi filare dai cani».
Per la verità anche Silvio sta facendo una battaglia in difesa degli animali…
«Si ma e stata la “roscia” a mettere na pulce nell’orecchio del mio patrigno. Una pazza isterica che solo da qualche anno ha la fissa dei cani e nessuno dice che ci ha sempre detestati. Da signorina, mi raccontavano amici cani dei miei antenati, lei i cuccioli li torturava e li uccideva. Pensa che questa vorrebbe portarci tutti alle urne a votare. Amici di Roma che sento di tanto in tanto mi hanno riferito che vuole fare i certificati elettorali canini. Sai che significa per noi?».
E che significa Dudù?
«Una umiliazione. Secondo costei un cane può votare se accompagnato dal padrone e naturalmente se uno è incapace di farlo vota il padrone al posto suo. Come gli invalidi, capisci a me. E io ti sembro un diversamente abile? E’ offensivo per la mia specie»
Assolutamente, ma con tutto il rispetto mi sembra fantapolitica…
«Ma tu ci sei o ci fai? To ric ij. Di-co-la-ve-ri-tà! Questa arrovella il mondo e produce caos. Non sta mai ferma. Culo ‘e mal’assietto. Fa moine e poi…»
E poi?
«Non tiene voti. Manco il suo perché la fighetta non si sporca con le schede elettorali toccate da sconosciuti. E ‘na figlia ‘e ‘ntrocchia. La vedi in tv? Sembra la padrona del Tg2 Rai. E’ sempre con quel coso davanti alla bocca che parla e straparla di noi».
Beh, questo è vero. Comunque se ti riferisci al microfono in gergo giornalistico si chiama “gelato”…
«Per la verità sembra na “mazza” ominoide, ma lasciamo perdere sennò la prossima volta non mi porta i biscottini. Sai che penso? Ma te lo dico a patto che tu non lo scriva».
Ok…
«Secondo me dietro Green Hill c’è lei, la “roscia”. Ha armato tutto sto casino per poi farsi una grande pubblicità. Una cinica».
Suvvia Dudù…
«Quella è una corruttrice pura. ‘Az ‘e ‘ccosce e seruce. E nel sedurre corrompe. Capisci a me».
Ecco, addio biscottini…
«Grattache’, t’avviso che se pubblichi ste cose ti vengo a cercare ‘ncapo al mondo con l’elicottero. Attenta, eh! Non vedermi piccolo e minuto. La mia padrona mi ha portato a lezione Hung Gar».
E che è?
«Uno stile di Kung Fu»
Secondo me hai visto troppi film di Kung Fu Panda…
«Vuoi vedere che ti stendo qui, adesso?!».
Non ci tengo, ma basta con la “roscia”. Parlami di Silvio.
«Beh, il mio patrigno è favoloso. La mia padrona è innamorata persa di lui. Gli dice spesso: “Tu si nu pèzz e core, amòò!”. E lui ricambia in bacetti stile 2° elementare».
Vabbè, diciamo pure che ci sta per interessi, dai! E’ vero che l’amore non ha età ma che una bella e giovane ragazza come lei si metta insieme a un uomo ricco sfondato che gli passa cinquantanni qualcosa sul concetto d’amore non torna.
«E perché no! Sai quanti vecchietti incontro insieme a ragazze straniere per i giardinetti?».
Ma quelle sono badanti che lavorano, e poi mica si “innamorano” di uno squattrinato con la pensione sociale di 5/600 euro al mese…
«Vabbuò. Avrà pure qualche interesse ma sono fatti che non ti riguardano».
Punta all’eredità?
«Tu ‘s ‘na cap ‘e cazz!»
Ma se lo scrivono tutti i giornali…Dai, Dudù!
«Abbassa il registratore»
Cavolo, tutti uguali siete voi potenti. Ok, abbassato
«Allora, inter nos. Mi raccomando. La verità e che lei punta al testamento. Voleva sposarlo per questo scopo ma quando i figli han fiutato il fine della mia padrona hanno costretto il padre a smentire lo sposalizio a Ischia annunciato con dovizia indovina da chi?»
Dalla tua padrona…
«Macchè!, da me scema!».
Ecco, ci risiamo.
«I figli l’hanno minacciato. E noi siamo rimasti un po’ fregati. Adesso siamo imbottigliati in questa prigione tra Arcore e Palazzo Grazioli. Per carità, ho tutte le comodità. Le reggie tutte per me, la piscina tutta per me, letti e divani tutti per me ma con la mia padrona ci sentiamo prigionieri».
Beh, prigione non si direbbe, ville, yacht, aerei privati, elicotteri, macchinoni di lusso. Su!
«L’apparenza inganna. Ci sta stretta sta situazione di stallo. Capisci a me. L’obiettivo era portarci via un po’ del suo patrimonio. Sti figli hanno scoperto i giochi. Lui è buono e generoso. Però sta perdendo i sensi. In tutti i sensi: sia intellettivi che sessuali. E’ cotto di lei ma non tira più…»
In che senso Dudù?
«Nel senso che “l’attrezzo”… E chi più di me può saperlo».
Perché sei nella loro stanza quando fanno le loro cose?
«Lietto astritto cuccate mmiezo…Dormo lì, con loro. Vedo, sento e annuso tutto. Quando fanno all’amore la mia padrona la sento che strilla»
Beh, immagino di gioia…
«Macché gioia e gioia. E’ un lamento muto. Lei soffre, sient ‘ammia»
Ma cosa ne sai dei suoi sentimenti?
«Ascolta ohi, scema. Se ti dico che soffre devi credermi»
Comunque, la tua padrona ha smentito che punta all’eredità. “Non voglio soldi”, ha detto.
«A bbuscìa nun tene scelle…Lascia perdere. Non girare il dito nella piaga»
Ascolta, come suoi i tuoi rapporti con il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti
«Toti chi? Vorresti dire il grande Totò»
Per la miseria, Dudù…
«C’ha scassat ‘o ‘ cazz questo qua. Non mi porta mai una briciola. Solo il mio patrigno lo sopporta. Poi ha squassato il nostro partito».
Ma lui è l’uomo di punta di Forza Italia…
«Ti posso dire che conta come il due di coppa quando la briscola è a denari. Fidati. Dove lo metti sta. Se i miei padroni gli dicono una cosa lui la esegue senza batter ciglio. E’ un’opportunista che finge di essere uno yesman fedele ma non ha capito che di fedele in questa casa ce ne solo uno: io»
Non ci credo, comunque pensieri tuoi. Parlami di Capezzone
«Porta jella quello li. Quando lo vedo lo ringhio e mi gratto le palle per rimare il tuo nome. E’ insopportabile. Poi lasciatelo dire in napoletano: ‘A mmiria se magna ‘o mmiriuso. E’ invidioso e tirchio. Anche lui non porta nulla al sottoscritto».
Ok, ma è il portavoce…
«Il porta chè? Al massimo è portatore di qualche radicale libero. E porta sfiga non figa. E’ pieno di forfora e gli puzza l’alito. Quando parla sembra un libro stampato, dice sempre la mia padrona. E io aggiungo che più lo fanno parlare e più ci fa perdere voti».
Della Santanché che ne pensi?
«Una domanda di riserva ce l’hai?»
Ma la conosci?
«Eccome, no? La chiamano la “pitonessa” tanto è vipera. Pensa che è di Cuneo dove il Sole di Napoli se lo sognano. E’ stata ingrata con il mio patrigno. Prima ne diceva di tutti i colori contro di lui: “Dobbiamo essere con la bava alla bocca; Berlusconi vuole tutte le donne orizzontali; Lui mi vuole ma io non gliela dò”. Poi si è ravveduta ed è tornata all’ovile. Noi non dimentichiamo. A buon viso cattivo gioco. Non ho rapporti con lei. Ogni tanto tenta di coccolarmi ma io non mi fido. Lo nota anche un vegetale che finge. Chi ha tradisto una volta tradisce sempre».
Di Putin che ne pensi Dudù?
«Ecco, Vladimir è un grande uomo. Mi porta sempre biscottini di qualità e croccantini di Mosca. Col mio patrigno ci va d’amore e d’accordo. Anche con la mia padrona. Con Putin gioco volentieri. Mi lancia la pallina e faccio il riporto. E un gentleman».
Vabbè Dudù, devo andare sennò perdo il treno. Ci aggiorniamo alla prossima… A palazzo Grazioli, però!
«Ok. Vuoi che t’accompagni col Jet?»
No grazie, soffro il mal d’aria…
«Mi gratti l’ultima volta?»
Ok, Dudù.
«Però sei carina e simpatica. Ti farei…»
Che fai, ci tenti?
«E’ l’abitudine del Bunga Bunga…La verità è che sono in astinenza…»