Lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco al Reina club di Istanbul. Lo riporta Amaq, l’agenzia dell’Is e poi confermato da Site, il portale di monitoraggio sul terrorismo jihadista.
Nel comunicato di rivendicazione, l’Isis definisce la Turchia, “serva della croce”. E poi, riferendosi al suo ruolo nel conflitto in Siria, avverte che “il governo di Ankara dovrebbe sapere che il sangue dei musulmani, uccisi dai suoi aerei e dalla sua artiglieria, provocherà un fuoco nella sua casa per volere di Dio” sostenendo che il killer ha agito “in risposta agli ordini” del leader dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi”, califfo che secondo gli Usa sarebbe ancora vivo dopo che era stato dato per morto lo scorso anno.
L’attacco terroristico è stato compiuto un’ora e mezza dopo la mezzanotte nel ristorante nel distretto di Besiktas, sullo Stretto del Bosforo. Almeno due terroristi armati sarebbero entrati dal molo del ristorante e hanno fatto irruzione nel locale sparando all’impazzata sui clienti. Il bilancio è di 39 morti, di cui 24 turisti stranieri, in gran parte sauditi, e 70 feriti. A quell’ora il Reina era tutto pieno. Si parla di circa 700 persone che avevano festeggiato l’arrivo del 2017 in uno dei locali più esclusivi di Istanbul.
Le indagini sono serrate. Le autorità turche sono alla ricerca di uno dei terroristi immortalato da una videocamera interna. Le immagini sono abbastanza sfocate e questo rende difficile il compito degli investigatori.