Sale il bilancio delle vittime della strage al mercatino di Natale. 12 vittime e 48 feriti. Al momento le autorità hanno in custodia solo un uomo di origini pakistane. Uno dei conducenti, un polacco cugino del proprietario dell’azienda di trasporti è stato trovato morto in cabina. Probabilmente ucciso dalla Polizia o dall’attentatore.
IL TIR DALL’ITALIA DESTINAZIONE POLONIA – Il tir polacco, che trasportava laminati in acciaio, era partito dall’Italia per la Polonia. Doveva fare una sosta a Berlino per scaricare merce. Per raggiungere la Polonia, il mezzo avrà percorso la frontiera del Brennero per dirigersi a Innsbruck, in Austria. Poi, in Germania ha imboccato l’autostrada per Monaco, via Norimberga, Lipsia fino a Berlino. Dalla capitale tedesca in pochi chilometri si è a nord della Polonia, a Stettino dove aveva sede l’azienda di trasporti polacca.
L’IPOTESI DELL'”INCIDENTE” – Le autorità, rispetto alla prima ipotesi dell’attentato, hanno iniziato a essere più prudenti. Un tragico incidente o altro sotto il cielo di Berlino? Un “incidente” che somiglia molto, per “modus operandi”, alla strage di Nizza della scorsa estate dove un camion guidato da uno jihadista ha provocato oltre 80 morti.
UN COMPLOTTO CONTRO ANGELA? – In prima battuta era parso verosimile anche l’ipotesi di un incidente dovuto a un ubriaco o a un malore dell’autista, ma a leggere la scena dopo qualche ora mancano alcuni pezzi. L'”incidente” è più difficile, ma non improbabile a meno di un intervento di alti ranghi dello Stato che non vedono di buon occhio la nuova ricandidatura di Angela Merkel, la quale qualche settimana prima aveva annunciato di voler correre ancora per il cancellierato. Proprio lei potrebbe essere la 13° vittima (politica) della strage di Berlino se si guarda alla campagna elettorale del 2017. Contro la Merkel aperta ai profughi, che nella crisi dei migranti aveva accolto centinaia di migliaia di siriani misti a nord africani.
Un piano studiato alla perfezione, almeno a vedere le “falle” nel sistema di sicurezza e gli 007 (e di indagini) che si sono ben guardati dal diffondere le immagini delle oltre cento telecamere di video sorveglianza presenti vicino la Chiesa del “Ricordo”. Le immagini avrebbero potuto far vedere che dal Tir scendeva il pakistano (il primo fermato) o il tunisino ricercato Anis Amri. Invece niente.
Perché? Un mistero, come misterioso appare la ricostruzione data in pasto all’opinione pubblica: il sequestro, il dirottamento, il documento del presunto attentatore sul Tir, il suo cellulare e infine anche la rivendicazione dell’Isis subito rilanciata da Site. Ma non una immagine quando scende dal mezzo. Tutto perfetto, almeno nella seconda parte, perché in prima battuta gli inquirenti avevano fatto marcia indietro sull’ipotesi dell’attentato. Perché? Chi è salito sul Tir per le prime perlustrazioni? Tutto segreto.
LA DINAMICA E I PRIMI DUBBI SULL’ATTENTATO – Il mezzo pesante da quanto emerge pare sia stato parcheggiato due giorni nella capitale tedesca. Rimesso in moto, ha percorso a velocità sostenuta l’arteria a 4 corsie finendo sul marciapiede dove era stato allestito il mercatino di Natale. Alle 20.15 il grosso camion è piombato addosso alle bancarelle terminando la propria corsa sulla carreggiata fermato da un albero di Natale, colpendo e trascinando con sé bancarelle e circa 60 persone. Potrebbe essere sbandato con il suo carico pesante? Non è chiaro. Cosa sia successo a bordo è mistero. Si troverà solo l’autista polacco morto e nessun altro. Si chiamava Lukasz Urban, 37 anni.
IL MEZZO SPARITO DAL GPS – Il proprietario del mezzo, Ariel Zurawski, cugino di Lukasz Urban ha più volte ripetuto che con il Tir ha avuto contatti fino alle 16, poi è scomparso dal sistema Gps. E’ come se fosse sparito dai “radar”. Cosa sia successo in quelle quattro ore e mezza, lo sanno solo i servizi segreti tedeschi. Ma il suo percorso è comunque tracciabile. L’ipotesi parallela all’incidente su cui si sta lavorando è quella che l’autista sia stato sequestrato sotto minaccia da un pakistano o di altra nazionalità e il mezzo dirottato.
IL PAKISTANO – L’uomo fermato non è detto che stava sul Tir. Potrebbe trattarsi di un rifugiato o un clandestino senza permesso che per caso si trovava al mercatino. Appena visto l’incidente è fuggito per paura di conseguenze penali. Testimoni lo avrebbero indicato come l’uomo in fuga ed è stato preso dalla Polizia.
L’UNICA CERTEZZA, LE VITTIME – Sono molti gli interrogativi sulla strage di Natale. Molti dubbi e pochi elementi certi, almeno al momento. Resta la certezza delle 12 vite spezzate e circa 50 feriti di cui alcuni in condizioni critiche. Tra qualche giorno sapremo come sono andate realmente le cose. L’importante è far quadrare il puzzle delle menzogne.