L’ex calciatore del Crotone, Francesco Modesto, 34 anni, con una lunga carriera in altri club italiani di serie A e B è stato arrestato dal Ros dei Carabinieri perché ritenuto responsabile, insieme ad altri 13 soggetti, legati ai clan che dominano Cosenza (Lanzino-Cicero e Rango-Zingari), dei reati a vario titolo di usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
A far scattare le indagini dei militari, coordinate dalla Dda di Catanzaro , sono state le dichiarazioni di un pentito, Roberto Calabrese Violetta, ex affiliato ai clan cosentini, il quale iniziò a “cantare” nel 2013. Le cosche, per intimidirlo e fargli fare un passo indietro, tentarono di uccidere il fratello Sandro.
A coinvolgere Modesto nei presunti affari illeciti, sarebbe stato il suocero, Luisiano Castiglia, ritenuto elemento di spicco della cosca Lanzino-Cicero. Sul conto corrente del calciatore sarebbe girato parte del denaro che sarebbe poi stato prestato dal suocero ad imprenditori con tassi usurai fino al 30 percento mensili.
Racconta il collaboratore Calabrese Violetta di un prestito da 30.000 euro ad un imprenditore edile, Francesco Cannella. Un prestito elargito da Mimmo Castiglia nel 2007. “La somma indicata – racconta il pentito – venne prelevata da un conto corrente acceso presso la Banca popolare di Bari, filiale di Rende, intestato a Francesco Modesto, genero di Mimmo Castiglia”. Gli investigatori accerteranno che il 12 novembre 2007 dal conto corrente aperto da Modesto nella Bpb, erano stati prelevati 30mila euro. Somma che si ritiene fosse un prestito a usura concesso all’imprenditore.
Secondo i magistrati della Dda di Catanzaro, il giocatore sarebbe stato a conoscenza dei prestiti a usura e per questo lo ritengono un finanziatore del gruppo criminale sgominato con l’operazione “Laqueo”. Il suo ruolo all’interno dell’organizzazione, secondo quanto riferito da inquirenti ed investigatori, è stato indicato dal pentito e anche da un imprenditore vittima di usura.
I NOMI DEGLI ARRESTATI – Le altre persone arrestate – tra carcere e domiciliari – oltre al terzino Francesco Antonio Modesto, 34 anni, sono Gianfranco Bevilacqua; Massimo Brunetti; Luisiano Castiglia detto Mimmo, Ermanna Costanzo; Giuseppe De Cicco; Domenico Fusinato; Giuseppe Garofalo; Giovanni Guarasci; Danilo Magurno; Francesco Magurno; Mario Mandoliti; Francesco Patitucci e Maurizio Rango. Gli ultimi due sono già detenuti.
L’INCHIESTA – I puntuali riscontri effettuati alle dichiarazioni del collaboratore – è scritto in una nota dei militari – “hanno documentato l’esistenza di un collaudato sistema usurario posto in essere da alcuni affiliati alle citate consorterie che, in totale accordo, utilizzando denaro della “bacinella” della ‘ndrangheta cosentina, elargivano rilevanti prestiti ad imprenditori in difficoltà economiche, prevalentemente del settore edile, con l’imposizione di tassi d’interesse sino al 30% mensile.
LE VIOLENZE NELLA RISCOSSIONE DEI “CREDITI” – E’ stato accertato come il recupero dei crediti erogati ed il rispetto degli accordi usurari venissero garantiti anche con il ricorso a violenze e minacce nei confronti degli stessi imprenditori. In tale ambito, è altresì emersa l’imposizione di assunzioni e la realizzazione di lavori edili in favore degli indagati e di imprese agli stessi riconducibili, quale corrispettivo delle somme di denaro dovute dalle vittime al sodalizio.
LA VENDETTA DEI CLAN CONTRO IL PENTITO – Nel medesimo contesto investigativo è stato documentato il coinvolgimento di uno degli indagati, Mario Mandoliti, legato a Luisiano Castiglia, elemento di spicco della cosca “Lanzino-Cicero”, nel tentato omicidio di Sandro Calabrese Violetta, fratello del collaboratore di giustizia, consumato nei giorni immediatamente successivi alla sua defezione e finalizzato a farlo recedere dall’avviata collaborazione con la giustizia.
MODESTO E IL FINANZIAMENTO ALLE COSCHE – E’ stato, altresì, accertato il coinvolgimento nell’attività di finanziamento della cosca del calciatore professionista, attualmente svincolato, Francesco Antonio Modesto, già in forza al Crotone Calcio e militante in passato di numerose società calcistiche di serie A e B. LEGGI CHI E’
CLAN RIDIMENSIONATI MA SEMPRE ATTIVI – L’operazione odierna, coordinata dal procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, dai procuratori aggiunti, Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto e dal sostituto procuratore, Pierpaolo Bruni, attualizza uno sforzo investigativo in atto da diversi anni sulla città di Cosenza, evidenziando come le cosche federate “Cicero-Lanzino” e “Rango-Zingari”, benché fortemente ridimensionate, siano comunque sempre attive nella gestione degli affari illeciti”.