Sono pronti i preparativi per omaggiare al meglio le oltre trenta vittime del terribile naufragio della Costa Concordia avvenuto lo scorso 13 gennaio all’Isola del Giglio. Saranno presenti tutte le autorità civili, militari e religiose e moltissimi tra sopravvissuti e parenti delle vittime. Salvo impedimenti dovrebbe partecipare anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Attese anche le maggiori troupe televisive del mondo che racconteranno la solenne cerimonia.
L’enorme carcassa è adagiata di fianco ancora lì, a 30 metri dagli scogli. Dicono si rimuoverà tra qualche mese, per il tramite di sofisticate apparecchiature e l’ausilio di grosse imbarcazioni a cui saranno agganciati i grossi palloni che dovrebbero riaddrizzare la “regina degli Oceani” per poi trainarla via. Intanto si sta completando il lungo e complesso lavoro investigativo per accertare le responsabilità ai più disparati livelli.
«C’e’ qualcuno che magari non ha fatto fino in fondo quel che avrebbe dovuto fare ma chi è finito sugli scogli è Schettino e soltanto lui». Lo afferma all’agenzia di stampa “Asca” Francesco Verusio, procuratore capo di Grosseto, che domenica sarà all’Isola del Giglio per la cerimonia del primo anniversario del naufragio della Costa Concordia.
L’inchiesta sulla tragedia è stata chiusa dalla Procura grossetana lo scorso 29 dicembre e le richieste di rinvio a giudizio arriveranno «a fine mese o al massimo nei primi giorni di febbraio». Al momento gli indagati sono 12 e il principale accusato è proprio l’ex comandante della nave Francesco Schettino. Dopo le richieste di rinvio a giudizio (probabilmente la Procura ne chiederà soltanto 9) sarà stabilita l’udienza preliminare, probabilmente entro due mesi.
«Poi – spiega il magistrato – il Tribunale fisserà l’inizio del processo, forse già prima dell’estate. Comunque il Tribunale ha, come noi, a cuore questo procedimento e credo quindi che entro l’anno i familiari delle vittime potranno avere almeno la soddisfazione di sapere di chi è la responsabilità del disastro”.
L’inchiesta ha tenuto di fatto impegnata la Procura per un anno, con tre sostituti al lavoro, i Pm Maria Navarro, Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza. ”E’ stato fatto un lavoro di dimensioni enormi – dice Verusio -. Abbiamo sentito centinaia di persone sparse in tutto il mondo e fatto accertamenti tecnici complicatissimi. Non abbiamo tralasciato nessun dettaglio e posso dire che abbiamo raccolto prove sufficienti per affrontare serenamente il processo».