3 Novembre 2024

Verbania, presa la banda delle rapine sul Lago Maggiore. VIDEO

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Verbania, presa la banda di furti e rapine sul Lago Maggiore
I duealbanesi arrestati Florian Deda e Kleodian Tetaj

VERBANIA – Due albanesi clandestini, di 27 e 41 anni, sono stati arrestati perché ritenuti i responsabili della sequela di furti e rapine sul Lago Maggiore. Ai due, Florian Deda e Kleodian Tetaj, in carcere per altri reati, è stata notificata la nuova ordinanza dai carabinieri di Verbania, emessa dal gip del tribunale di Verbania su richiesta della locale procura.

I delitti contestati vanno dalle rapina in villa, ventinove furti consumati e tentati in abitazione in soli due mesi, nonché plurimi episodi di furti di autovetture e ricettazione di refurtiva, commessi nei mesi di giugno e luglio 2015 nelle provincie di Verbania, Novara e Varese.  Il bottino complessivo è stimato in circa un milione di euro. Parte della refurtiva è stata restituita ai legittimi proprietari.

I criminali, particolarmente attivi e pericolosi con base in Sesto San Giovanni, spiegano i militari, nel corso dei mesi di giugno e luglio 2015, in modo spregiudicato, in orari serali e notturni, svaligiavano le abitazioni, non curanti dell’eventuale presenza dei relativi occupanti. In particolare in un episodio avvenuto in data 19 luglio scorso, i banditi penetravano all’interno di una villetta sita in Gignese (Verbania), noncuranti del fatto che una stanza era visibilmente illuminata. All’interno della villetta sorprendevano e immobilizzavano il proprietario che rinchiudevano in una stanza, per poi  asportare una cassaforte “a muro” contenente valori. Per l’episodio gli indagati dovranno rispondere dell’accusa di rapina aggravata.

L’indagine, spiegano i militari, iniziata nel mese di giugno 2015, a seguito della commissione di furti in abitazione in alcuni comuni rivieraschi del Lago Maggiore, ha avuto impulso per l’individuazione attraverso la visione delle immagini delle telecamere presenti nelle zone dei furti, di autovetture di grossa cilindrata risultate rubate, che in alcuni casi venivano abbandonate dopo i colpi; infatti gli indagati per allontanarsi dal luogo del delitto, in alcuni casi cambiavano le autovetture a seguito del rinvenimento delle relative chiavi di avvio all’interno degli appartamenti svaligiati.

grafico VerbaniaPertanto, veniva avviata un’intensa attività di indagine che consentiva di individuare nel corso del mese di luglio scorso il luogo in Sesto San Giovanni (Monza Brianza), dove venivano abitualmente parcheggiate le autovetture rubate. La loro osservazione, anche mediante l’utilizzo di telecamere, ha permesso di identificare gli utilizzatori dei veicoli nei cittadini albanesi indagati, già  noti alle forze dell’ordine.

In particolare Florian Deda è già noto alle cronache locali poiché tratto in arresto l’8 aprile 2006 dopo un rocambolesco inseguimento con le forze dell’ordine. per un furto in abitazione consumato a Vignone (Verbania), mentre il Kleodian Tetaj, risultava irreperibile dal mese di giugno 2015 perché colpito da un ordine di carcerazione, dovendo scontare la pena residua di anni 2, mesi 5 e gg. 24 di reclusione a seguito di condanna definitiva per i reati di ricettazione e furti in abitazione.

VIDEO 

In data 23 luglio 2015 i carabinieri del nucleo investigativo di Verbania a Sesto San Giovanni, dopo aver individuato l’appartamento dove si nascondeva, traevano in arresto il Tetaj in esecuzione del citato ordine di esecuzione pena, interrompendo l’attività delittuosa della coppia criminale. Nel corso del mese di settembre, Florian Deda è stato raggiunto da un provvedimento definitivo di carcerazione, dovendo scontare la pena residua di anni cinque di reclusione a seguito di pronuncia della Corte di Cassazione per la commissione di furti in abitazione.

L’intensa attività investigativa coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Verbania, Gianluca Periani, ha permesso di accertare l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati a seguito degli elementi raccolti nei luoghi dei delitti, circostanza che consentiva l’emissione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere da parte del gip del locale tribunale per i numerosi reati commessi. Il provvedimento è stato notificato agli indagati nei giorni scorsi, presso i carceri dove sono detenuti.


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