“La mia sensazione leggendo le carte, che sono prevalentemente, ma non solo, intercettazioni, è la sensazione deprimente della quotidianità della corruzione”. Lo ha detto il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, alla conferenza stampa sugli arresti avvenuti oggi nell’ambito di una inchiesta sulla corruzione in alcuni appalti Anas.
In manette sono finiti cinque dirigenti e funzionari di Anas Spa della Direzione Generale di Roma, tre imprenditori, titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche, un avvocato e un politico, Luigi Meduri, già sottosegretario del ministero delle Infrastrutture.
“La principale indagata (Antonella Accroglianò, chiamata la “Dama Nera”, nome poi dato all’operazione, ndr) – ha riferito Pignatone – va in ufficio per lavorare ma il suo lavoro è gestire il flusso continuo della corruzione: c’è la borsa sempre aperta, arriva qualcuno e ci mette una busta”. Alla Accroglianò viene contestato anche il voto di scambio.
Il procuratore capo di Roma Capitale riferisce che la Dama Nera “tratta pure male i collaboratori, che non sono ritenuti all’altezza nell’avere a che fare con gli imprenditori per riscuotere le mazzette. La sensazione della lettura di queste carte è la quotidianità della corruzione vista come cosa normale”, ha detto Pignatone.