Sarebbe stato trovato “ucciso” con un’arma da fuoco, Giuseppe Ghirardini, l’operaio bresciano di 50 anni, addetto ai forni nella fonderia Bozzoli di Marcheno, in alta Valtrompia, svanito nel nulla qualche giorno dopo la scomparsa del proprietario dell’azienda, Mario Bozzoli, le cui tracce si sono perse invece l’8 ottobre scorso. Lo riporta Repubblica nell’edizione online Milano. Da fonti giudiziarie dell’Ansa, invece, sembrerebbe che “al momento non sono riscontrabili evidenti segni di violenza”. Solo l’esame autoptico saprà svelare se l’operaio è morto per un malore o tramite una pallottola.
Il cadavere esamine di Giuseppe Ghirardini è stato trovato domenica sulle rive di un torrente in località Case di Viso in Valcamonica, poco distante a dove mercoledì pomeriggio aveva abbandonato l’auto a Ponte di Legno, nel Bresciano. Nell’ipotesi di morte provocata da una pistola o fucile, potrebbe trattarsi di suicidio, ma può anche darsi che qualcuno lo abbia messo a tacere, forse perché sapeva troppo sulla scomparsa del suo datore di lavoro.
L’operaio lavorava nell’azienda di proprietà di Mario Bozzoli, l’imprenditore bresciano scomparso nel nulla da oltre una settimana, ed è uno dei tre dipendenti che erano presenti nella fonderia l’ultima volta che il suo datore di lavoro è stato visto.
Nella serata di venerdì (16 ottobre) è stata trovata la sua automobile, una Suzuki Vitara marrone nei pressi di Ponte di Legno nel Bresciano lungo una strada denominata Tonalina.
La distanza tra il punto di ritrovamento dell’auto e l’ultimo luogo dove il cellulare dell’uomo ha agganciato una cella, all’altezza del passo di Crocedomini, è di circa 80 chilometri.
La vettura, dopo gli accertamenti della Scientifica sul posto durati quasi tutta la notte, è stata portata al comando provinciale dei carabinieri di Brescia dove saranno ultimate le analisi. Al momento non sono trapelate le cause della morte, elemento che sarà accertato con l’autopsia. Un giallo nel giallo che sta suscitando inquietudine in tutto il Bresciano.
Ghirardini scompare mercoledì scorso 14 ottobre. Lo stesso giorno sembra che l’uomo sarebbe dovuto essere ascoltato dai carabinieri in merito alla scomparsa di Mario Bozzoli, ma invece sarebbe andato a caccia con gli amici. Una battuta in realtà mai avvenuta. Solo una scusa? Con la sua auto ha percorso quasi cento chilometri fino a Ponte di Legno, dove ha abbandonato la sua vettura. Molto probabilmente è stato ucciso (o si è suicidato) quel giorno o forse è morto per un malore. Sarà l’autopsia ad accertare da quanto tempo era morto, se si tratti di un omicidio o altro. Il cadavere, con le temperature molto rigide in quella zona, è probabile si sia conservato bene.