Il camion dove sono stati ritrovati i corpi senza vita di decine di immigrati in Austria era stato venduto nel 2014, insieme altri 20 camion dalla società “Hyza”, azienda che opera nel settore dei prodotti avicoli con sede in Slovacchia, a sette diverse ditte private sempre nella Repubblica di Slovacchia.
La società, il cui brand ha fatto in “negativo” il giro del mondo, si difende e, nell’esprimere “cordoglio per la tragedia”, precisa che il nuovo proprietario del camion frigorifero utilizzato per la tratta dei migranti pare l’avesse a sua volta venduto alla MasterMobilKer Kft in Ungheria. Nè il vecchio proprietario né MasterMobilKer hanno rimosso etichette e il brand Hyza.
Gli investigatori austriaci, una volta accertati i passaggi di proprietà del mezzo, cercano di capire chi possa essere stato l’ultimo acquirente che ha celato la tratta (e la strage) dietro il marchio Hyza.
Al momento, scrive la società, “stiamo collaborando con la Polizia austriaca” per cercare di risalire ai trafficanti che hanno causato la strage sull’autostrada al confine tra Austria el’Ungheria.
Tutti veicoli della società “Hyza” – spiega Hiza – sono monitorati con il sistema GPS e sono tutti nella Repubblica di Slovacchia”.
“Questo camion utilizzata per il crimine con targa ungherese è stato eliminato dalla nostra proprietà e venduto nel 2014 insieme ad altri 20 camion a sette differenti aziende private nella Repubblica slovacca”.
“Il nuovo proprietario non ha rimosso il marchio sul veicolo e lo ha venduto in Ungheria alla società MASTERMOBILKER, KFT”.
“Siamo molto dispiaciuti per la tragedia ed esprimiamo le nostre sincere condoglianze alle famiglie delle vittime”, conclude la nota di Hyza, che ha sentito il dovere di precisare per difendere l’immagine della propria azienda, estranea al rinvenimento dei cadaveri su uno dei suoi ex mezzi di trasporto.