3 Novembre 2024

Le conseguenze di Israele. In Europa rischia di tornare il terrorismo islamico

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di Alessandro Orsini

Biden ha annunciato il proprio sostegno a Netanyahu per schiacciare definitivamente Hamas, un’organizzazione terroristica responsabile di un’immane carneficina contro civili indifesi. Giorgia Meloni si è pronunciata con altrettanta foga, proiettando la bandiera israeliana su Palazzo Chigi. In sede di analisi strategica, l’eradicazione di Hamas da Gaza, ammesso che sia possibile, non è nell’interesse nazionale dell’Italia. La sconfitta completa di Hamas potrebbe causare, tra le altre cose, un forte stress sistemico al nostro apparato di sicurezza esponendo le città europee a una serie di pericoli esiziali.

Le conseguenze prevedibili sono almeno tre. 1) Il crollo di Hamas rilancerebbe l’Isis e al Qaeda, che si proporrebbero come alternative. L’Isis e al Qaeda, per ragioni troppo complesse da spiegare qui, non hanno mai attecchito veramente in Palestina e in Israele, ma le cose potrebbero cambiare. 2) La degradazione di Hamas, con l’aiuto Usa, rilancerebbe, quasi certamente, la radicalizzazione verso il terrorismo islamico in Europa in un contesto di flussi migratori incontrollati dall’Africa, dove le organizzazioni jihadiste sono temibili. 3) L’approssimarsi di Netanyahu a una vittoria completa aumenterebbe le probabilità di un intervento di Hezbollah in favore di Hamas con l’esplosione del Libano, dove opera un contingente italiano, operazione “Leonte”, la cui consistenza massima annuale autorizzata è di 1.256 militari, 374 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei. Lo scontro tra Israele e Hezbollah in Libano investirebbe i soldati italiani.

È utile che Meloni eviti di farsi risucchiare nel vortice delle dichiarazioni in favore di Netanyahu, i cui comportamenti – è ben noto ai palestinesi – meriterebbero un mandato di cattura della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità. Il 5 dicembre 2022, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, scriveva: “Secondo le Nazioni Unite, il 2022 è stato il peggiore anno dal 2005 per numero di palestinesi uccisi da parte delle forze israeliane: 127, tra cui molti minorenni”. Lo studio scientifico del terrorismo classifica l’azione di governo di Netanyahu come “terrorismo di Stato”, come conferma Mohammed Haitham al-Tamimi, il bimbo palestinese di due anni e mezzo ucciso dai soldati di Netanyahu con un proiettile al cervello nei territori occupati, cioè, a casa sua, nel giugno 2023. Proiettare la bandiera di Israele su Palazzo Chigi è un comportamento demagogico quanto irresponsabile soprattutto mentre Netanyahu uccide bambini palestinesi bombardando indiscriminatamente Gaza, secondo quanto riporta anche l’agenzia Reuters.

Inoltre, la retorica di Meloni sulla Palestina è indebolita dalla retorica di Meloni sull’Ucraina. Meloni ha sempre dichiarato che la guerra in Ucraina si risolve con il ritiro dei russi dai territori occupati, immediato e senza condizioni. I musulmani, Arabia Saudita inclusa, si domandano perché Meloni non proponga lo stesso ritiro a Netanyahu. Se gli ucraini occupati hanno il diritto di sparare sui soldati russi occupanti, perché i palestinesi occupati non avrebbero il diritto di sparare sui soldati israeliani occupanti? Si obietterà che Hamas ha sparato sui civili israeliani. Ma anche il governo di Kiev ha sparato sui civili russi in Donbass per otto anni. Non potendo uscire da queste contraddizioni politiche e retoriche, Meloni potrebbe optare per il silenzio in favore dell’Italia e del suo interesse nazionale.


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