L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è presentato davanti ai giudici della Corte a New York city invitato a comparire per rispondere dei 34 capi d’imputazione contestategli in relazione al caso della pornostar Stormy Daniels. L’ex capo della Casa Bianca è entrato in tribunale e alle domande del procuratore Alvin Bragg (del Partito democratico Usa) si è dichiarato “non colpevole”.
Per i suoi sostenitori sui social “si tratta di un processo farsa costruito a tavolino per impedirgli la corsa alla Casa Bianca nel 2024”. Non era mai successo che un ex presidente fosse incriminato per storie intime. Nemmeno a Bill Clinton. Su Clinton, allora in carica, emersero prove a suo carico che faceva sesso con Monica Lewinsky nello studio Ovale. Non successe nulla all’ex presidente dem. Scandali veri taciuti e presunti scandali rispolverati per colpire l’avversario, il questo caso Trump.
A Trump viene contestata anche l’accusa di cospirazione. “Una cospirazione per minare l’integrità delle presidenziali del 2016” comprando il silenzio della pornostar Stormy Daniels e dell’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal – con cui aveva avuto relazioni dieci anni prima – nonché quello di un portiere della Trump Tower che minacciava di rivelare un suo presunto figlio illegittimo.
Un castello accusatorio contestato a Donald Trump in una storica udienza al tribunale di Manhattan, primo ex presidente americano a finire, appunto, sotto inchiesta penale. Il presidente, mai in arresto come invece circola sui media mainstream di matrice dem, ma solo in udienza, ha chiesto gli fosse scattata una foto segnaletica. All’uscita, dopo due ore di risposte ai giudici, ha lasciato il tribunale affermando che la sua incriminazione è “surreale”.
Imponente la scorta, come se fosse ancora in carica, che lo ha accompagnato in aeroporto e da lì a Mar-a-Lago, verso la sua residenza in Florida dove in serata ha tenuto un discorso davanti ai suoi sostenitori.
‘Usa, Usa’. ‘Trump 2024’, i cori dei fan accorsi al raduno dei giovani repubblicani, tra cui i deputati Marjorie Taylor Greene e George Santos. Come per ora conferma anche l’ultimo sondaggio Reuters/Ipsos, in cui Trump sale tra i repubblicani dal 44% al 48% mentre il suo principale rivale potenziale, il governatore della Florida Ron DeSantis, scende dal 30% al 19%.
Legali di Trump: “Questa è una persecuzione politica”
“E’ una giornata triste, questa è una persecuzione politica”, hanno commentato i difensori dell’ex presidente. Ma lui è deciso a cavalcare quella che definisce la “caccia alle streghe”, trascinando con sé il partito, costretto per ora a fare quadrato. Il duello con il suo inquisitore è già cominciato: alla conferenza stampa del procuratore Alvin Bragg risponde con un discorso serale al suo popolo Maga, nella comfort zone di Mar-a-Lago.
Trump: “L’unico crimine che ho commesso è stato difendere l’America da chi la vuole distruggere”
“L’unico crimine che ho commesso è stato difendere l’America da chi la vuole distruggere. La mia incriminazione è un insulto agli Stati Uniti”, ha detto Donald Trump nella sua residenza di Mar-a-Lago.
“Non ho mai pensato che una cosa del genere potesse accadere in America”, ha detto Trump, mentre i suoi sostenitori urlavano “Usa, Usa!”. Sul palco con l’ex presidente i figli Eric e Donald jr. Dopo aver ribadito che tutte le indagini a suo carico sono “persecuzioni politiche”, il tycoon ha ricoperto d’insulti uno per uno dei procuratori coinvolti: da Bragg, “pagato da George Soros”, a Letitia James a Jack Smith, impegnato nell’inchiesta sulle carte top secret portate dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago, che ha definito un “pazzo”. Tutti, secondo l’ex presidente, sono strumenti della “sinistra radicale” che hanno l’obiettivo di “fermarlo ad ogni costo”.