La Siria, a causa delle sanzioni unilaterali di Usa e Ue, non sta ricevendo gli aiuti umanitari necessari per alleviare le sofferenze del popolo siriano colpito, come la Turchia, dai violentissimi terremoti registrati lunedì 6 febbraio. E’ quanto si legge sull’agenzia siriana Sana, che cita alcuni esponenti.
“Le sanzioni occidentali alla Siria sono il principale ostacolo in risposta alle ripercussioni del terremoto”, si legge ancora. Nel paese, che registra finora quasi duemila vittime e migliaia di feriti e dispersi, manca di tutto, dagli aiuti di soccorritori stranieri (ci sono solo i russi e volontari di qualche altro paese, ndr), dal cibo, all’acqua potabile, dagli ospedali, alle mense da campo, alle tendopoli, fino ai medicinali e ai beni di primissima necessità. Israele si legge su alcuni media, nonostante l’assenza di rapporti diplomatici tra i due paesi, avrebbe fatto sapere di impegnarsi a inviare in Siria un ospedale da campo e altri aiuti. La situazione più critica è ad Aleppo.
Le rispettive autorità hanno fatto sapere che le vittime accertate in Turchia sono 4.544 e in Siria 1.712. Lo riferisce l’agenzia turca per i disastri e le emergenze Afad, come riporta l’agenzia Anadolu, facendo sapere che i feriti sono 26.721 e gli edifici distrutti 5.775.
“I bisogni sono enormi, è una catastrofe e serve tutto: servono coperte per affrontare il rigido inverno, cibo, kit igienici e beni di prima necessità”. A raccontarlo, in una testimonianza audio citata dall’Ansa, è il coordinatore ad Aleppo di Terre del Hommes, Najibhayat Kahale. “Quattro scuole nell’area sono fortemente danneggiate e inagibili. Altre 53 sono parzialmente danneggiate, mentre ben 16 scuole sono state ridestinate a diventare centri di accoglienza temporanei”, aggiunge.
Martedì il ministero degli Esteri siriano ha avuto modo – si legge sull’agenzia siriana Sana – di constatare “i tentativi dei funzionari statunitensi di fuorviare l’opinione pubblica mondiale sulle sanzioni economiche imposte al popolo siriano, affermando che non c’è nulla che impedisca la consegna di aiuti umanitari alla Siria”.
“I funzionari dell’amministrazione statunitense, tra cui il portavoce regionale del Dipartimento di Stato americano, Samuel Werberg, e le missioni permanenti statunitensi a New York e Ginevra, continuano i loro tentativi di fuorviare l’opinione pubblica mondiale e il popolo americano che non c’è nulla nel “Caesar Act” o le sanzioni statunitensi per ostacolare la consegna di aiuti umanitari urgenti al popolo siriano”, ha dichiarato il ministero degli Esteri in una nota.
“I siriani – prosegue il diplomatico siriano -, mentre affrontano la catastrofe del terremoto, stanno scavando tra le macerie con le proprie mani o utilizzando gli strumenti più semplici poiché le attrezzature per rimuovere le macerie sono vietate perché punite dagli Stati Uniti”, ha ancora detto aggiungendo “che ai siriani è vietato anche l’uso di medicinali e attrezzature mediche che li aiuterebbero ad affrontare pericoli e malattie”.
Il capo dell’Istituto ceco per le relazioni internazionali, Jaromir Schlapata, riporta Sana, ha invitato la comunità internazionale a unirsi e rimuovere le misure coercitive unilaterali imposte alla Siria il prima possibile e a fornire gli aiuti necessari in risposta al devastante terremoto senza politicizzazione.
Inoltre, Schlapata ha condannato fermamente l’inerzia della Comunità internazionale e delle organizzazioni internazionali, in particolare dell’organizzazione umanitaria, nell’adempiere al proprio dovere legale, morale e umanitario nei confronti del popolo siriano colpito dal terremoto. Schlapata ha espresso le sue più sentite condoglianze alla leadership siriana e al popolo per le vittime del terremoto.
“La Siria è stata in prima linea nell’offrire aiuti a paesi e popoli in crisi senza politicizzazione, aprendo i suoi confini e fornendo gratuitamente riparo, cibo e medicine”, ha affermato Schlapata.
Schlapata ha ribadito che le ingiuste misure coercitive unilaterali e l’illegittimo embargo occidentale contro la Siria sono il principale ostacolo alla consegna di aiuti umanitari a Damasco.
Martedì il presidente Bashar al-Assad ha ricevuto una telefonata dal primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, che ha espresso il dolore del suo paese per il devastante terremoto che la sua Siria e le enormi perdite che ha lasciato.
Pashinyan ha espresso al Presidente il cordoglio del governo e del popolo armeno e la loro solidarietà al popolo siriano, mostrando disponibilità a offrire aiuto e sostegno agli sforzi del governo siriano nelle operazioni di soccorso e soccorso.
Il presidente al-Assad, a sua volta, ha ringraziato il signor Pashinyan per il sostegno dell’Armenia al popolo siriano che riflette le profonde e forti relazioni che uniscono i popoli siriano e armeno.
Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato un piano d’azione esecutivo per gestire e organizzare le operazioni di soccorso nei governatorati di Aleppo, Latakia, Hama e Tartous. Aleppo è il centro della Siria più a nord, al confine con la Turchia e che ha maggiormente risentito i devastanti effetti del sisma.
Il piano del Cdm siriano era alla luce delle direttive emanate dalla sessione del gabinetto tenutasi lunedì presieduta dal presidente Bashar Al-Assad per dare seguito agli impatti del devastante terremoto che ha colpito la Siria lunedì 6-2-2023.
Nel corso del Consiglio dei Ministri di martedì, presieduto dal Presidente del Consiglio, Hussein Arnous, il Consiglio ha stanziato 50 miliardi di SYP, (lira siriana equivalente a circa 18,5 milioni di euro, ndr), come importo iniziale per finanziare le operazioni di emergenza intraprese per far fronte agli effetti del terremoto.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha decretato il lutto nazionale per una settimana, ha inoltre dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle 10 province del sud est della Turchia che sono state colpite dal terremoto.