Gli investigatori palermitani hanno trovato un secondo rifugio di Matteo Messina Denaro, arrestato due giorni in una clinica del capoluogo siciliano dove era in cura. Si trova sempre a Campobello di Mazara, nel trapanese, in una casa al primo piano di una palazzina di via Maggiore Toselli 34, ad appena qualche centinaio di metri dal primo covo scoperto ieri in vicolo San Vito, appartamento comprato coi soldi del boss, da Andrea Bonafede, uomo realmente esistente e che è la seconda identità del capobastone.
Nella casa, secondo quanto emerge, ci sarebbe una stanza blindata a cui si accede dal fondo scorrevole di un armadio. L’abitazione risulterebbe di proprietà di un 70enne, E.R., assolto nel 2001 dall’accusa di mafia, ritenuto vicino al capomafia di Castelvetrano.
Non è ancora chiaro se si tratti del luogo in cui il capomafia nasconde il suo “tesoro” composto da documenti riservati, pizzini, soldi che i magistrati cercano. Lo scopriranno i carabinieri dopo la perquisizione del bunker.
Al secondo covo gli investigatori dei Carabinieri e del Gico della Guardia di Finanza sarebbero arrivati grazie all’analisi di alcuni dati catastali. Proprio lo screening su questa serie di informazioni, assieme ad un’analisi del contesto scaturita da un’attività informativa e investigativa, ha infatti consentito di localizzare il covo.