Avrebbero sfruttato gli immigranti che lavorano in alcune cooperative agricole, non pagandoli e facendoli lavorare sino allo sfinimento, secondo le testimonianze di alcuni braccianti, e facendo anche la “cresta” su fondi pubblici erogati. Protagonista di questa squallida storia la famiglia del sindacalista e deputato di “Alleanza Verdi e Sinistra” Aboubakar Soumahoro, eletto in parlamento alle scorse elezioni politiche del 25 settembre. L’uomo non è indagato dalla Procura di Latina, la quale ha aperto un fascicolo d’inchiesta la cui principale indagata e la suocera del deputato, Marie Therese Mukamitsindo, accusata di malversazione.
“Le indagini sono in corso con riferimento a temi investigativi diversi e complessi che concernono, in generale, l’impiego dei fondi erogati, i rapporti con l’erario, i rapporti con i dipendenti, i soggetti coinvolti.
Gli accertamenti provengono da notizie e comunicazioni pervenute da una pluralità di fonti, di natura pubblica e privata, e si articolano attraverso il dovuto rigoroso vaglio ed approfondimento di ogni notizia e comunicazione”.
E’ quanto chiarisce in una nota la procura di Latina, sull’inchiesta che vede indagata Marie Therese Mukamitsindo, suocera del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Aboubakar Soumahoro. L’indagine riguarda la gestione di due coop che si occupano di migranti in provincia di Latina.
In attesa degli sviluppi di una vicenda tutta da chiarire in cui crescono accuse e diffidenze, arriva il contraccolpo politico del caso che ha travolto il parlamentare paladino dei braccianti, che si è autosospeso dal gruppo Verdi-SI. “Mi sono autosospeso perché credo fermamente nei valori dell’integrità – ha spiegato lui stesso -, ma anche per rispetto e tutela della storia che mi porta qui, che non è solo la mia ma di tante migliaia di persone. Per questo sono giunto a questa decisione”.
In un’intervista a Piazzapulita, Soumahoro ha poi detto di essersi pentito del video in lacrime diffuso sui social. “Non farei mai più quel video, è stata una debolezza – ha sottolineato – Vorrei chiedere scusa a tutte le persone che conoscono me, Aboubakar, per quelle lacrime”.
La decisione dell’autosospensione del deputato è stata annunciata in giornata dai suoi leader di partito: “Con la massima libertà, Aboubakar Soumahoro ci ha comunicato la decisione di autosospendersi dal gruppo parlamentare”, hanno scritto in una nota Bonelli, Fratoianni e Zanella dopo un incontro: è una scelta che viene rispettata, “seppur non dovuta”, hanno spiegato dicendosi “fiduciosi, considerato quanto riferitoci, che la vicenda possa essere chiarita in tempi rapidi e senza alcuna ombra”.
L’intenzione del deputato di origini ivoriane sarebbe quella di chiarire e di “rispondere punto su punto e nel merito alle contestazioni giornalistiche, ribadendo la sua assoluta estraneità alle vicende”. Tra le polemiche però sono finiti anche la stessa dirigenza del suo partito, accusata di non aver ben ponderato la scelta del parlamentare alle ultime elezioni politiche, entrato con piglio combattivo a Montecitorio, indossando stivali da bracciante il 13 ottobre, e adesso invece travolto da inchieste mediatiche.
L’ultima delle ombre spuntate in queste ore riguarda i dubbi del direttore della Caritas del comune foggiano di San Severo, Andrea Pupilla, su una raccolta fondi per dei minori in cui si sarebbe esposto lo stesso Soumahoro. Quest’ultimo avrebbe partecipato alla raccolta di 16mila euro per fare dei regali ai bambini del ghetto di San Severo, ma – spiega Pupilla a Striscia La Notizia – “nel ghetto di Torretta Antonacci bambini non ce ne sono”. E da qui il monito: “non so se Soumahoro abbia ‘utilizzato’ il ghetto per crearsi una carriera: mi limito a dire che non bisognerebbe servirsi dei poveri, ma servire i poveri. E non strumentalizzare”.
A pesare di più in questo momento però è l’inchiesta giudiziaria di Latina, che vede indagata la suocera del parlamentare: per Marie Therese Mukamitsindo i pm ipotizzano il reato di malversazione e il fascicolo riguarda le presunte irregolarità nella gestione di due cooperative pro-migranti della provincia pontina, Karibu e Consorzio Aid.
Sotto la lente della Guardia di Finanza ci sarebbero presunti mancati pagamenti ai dipendenti e contratti non regolari. Spuntano, da indiscrezioni, cifre a sei zeri che le cooperative hanno ricevuto dagli enti statali, mediante bandi o erogazioni già nel 2020. Come se non bastasse, piovono accuse pesanti da parte di alcuni ex ospiti nelle strutture gestite dalle coop, i quali in interviste alla stampa parlano di “condizioni di vita inaccettabili”.
Tra queste, le segnalazioni di una trentina di lavoratori delle coop che erano state raccolte a giugno dall’Uiltucs di Latina. I sindacati parlano di stipendi mancati ai lavoratori, o quantomeno di erogazioni in ritardo, e le coop si sono finora difese spiegando che anche loro sarebbero in attesa dei trasferimenti da parte degli enti locali, è per questo che le buste paga non sarebbero state emesse. La tempesta sul parlamentare dei braccianti al momento però sembra appena cominciata, anche se per Soumahoro è solo “fango mediatico” che non lo riguarda e “non lo seppellirà”.
Intanto, Marie Therese Mukamitsindo, legale rappresentante della cooperativa Karibu, “riconosce quanto rivendicato” da una sua lavoratrice e accetta di pagarle, a rate, circa 20 mila euro relativi a stipendi e tredicesime non versati tra il gennaio 2021 e l’ottobre del 2022, ma anche la tredicesima del 2020 e il tfr relativo al periodo 1 gennaio 2016-31 ottobre scorso.
È quanto si legge nel verbale, citato dall’Ansa, di conciliazione dell’Ispettorato del Lavoro di Latina, che stamattina ha ricevuto la donna, suocera del deputato Aboubakar Soumahoro e la lavoratrice, assistita dalla Uiltucs.