Sarebbe associazione segreta il reato ipotizzato dalla procura di Perugia nel fascicolo aperto in seguito alle dichiarazioni dell’avvocato siciliano Piero Amara. E’ quanto riporta l’agenzia Ansa.
Sull’inchiesta in corso viene comunque mantenuto l’assoluto riserbo e non vengono comunque fornite alcun tipo di conferme ufficiali. Al momento non risulterebbero comunque indagati.
Al centro del troncone d’indagine avviato dopo che alcune dichiarazioni dell’avvocato Amara sono state trasmesse da Milano a Perugia ci sarebbe l’ipotesi di una sorta di loggia che potrebbe coinvolgere vari ‘pezzi’ del Paese.
L’inchiesta è condotta dal procuratore capo del capoluogo umbro Raffaele Cantone e da alcuni sostituti sulla quale viene mantenuto il riserbo. Gli accertamenti sono comunque in una fase iniziale con le ipotesi tutte da verificare.
Tra queste la possibilità che alcuni ‘pezzi’ delle istituzioni possano avere avuto l’obiettivo di condizionare le nomine in magistratura ma anche altri settori della vita del Paese.
Nel corso degli interrogatori, scrivono alcuni media, l’avvocato dell’Eni Amara avrebbe fatto nomi di magistrati che si sarebbero rivolti a lui per ottenere promozioni e avrebbe tirato in ballo anche l’ex premier Conte al quale, a suo dire, avrebbe fatto ottenere tra il 2012 e il 2013 consulenze dal gruppo Acqua Marcia Spa per circa 400 mila euro. Amara, inoltre, avrebbe raccontato al pm di Milano di fare parte di una fantomatica loggia segreta, denominata “Ungheria”, di cui farebbero parte anche dei magistrati.