Vaccinati tra gennaio e febbraio con prima dose e richiamo di Pfizer, 15 ospiti ultra ottantenni di Cremona Solidale, Rsa della città e più grande centro di ricovero e assistenza anziani della provincia cremonese, sono comunque stati contagiati dal Covid.
Non è ancora stato accertato se il contagio sia avvenuto tra la prima e la seconda dose del vaccino ma comunque le loro condizioni, stando a quanto si apprende, non sarebbero gravi: solo due sarebbero ricoverati in ospedale e tutti gli altri sarebbero asintomatici.
Dato il numero di casi, se ne stanno occupando con la massima attenzione Ats Val Padana.
Al momento ci sono solo ipotesi: un “normale” caso di scopertura, visto che Pfizer garantisce tutela oltre il 90% ma non al 100%, oppure l’inefficacia contro una presunta variante. Il mistero su questi vaccini è molto fitto.
Resta inoltre da capire come sia entrato il cosiddetto Covid in una struttura ‘blindata’, come altre migliaia, ormai da mesi e, anche su questo fronte, sono in corso delle verifiche da parte delle autorità competenti.
Quello di Milano non è il primo caso di personale e degenti “contagiati” dal cosiddetto virus dopo aver ricevuto le dosi di vaccino. Sono centinaia le strutture “contagiate”, tra pazienti e personale sanitario dopo la somministrazione. Da Nord a Sud, isole comprese.
Il caso più grave è emerso in una struttura del Comasco dove sono morti 21 anziani dopo la somministrazione del vaccino. Le cause, viene spiegato dai Tg e Big Pharma, non sono mai legate al vaccino bensì alle patologie precedenti dei pazienti.
Sarà vera questa narrazione mediatica oppure si cerca di nascondere la verità sugli effetti avversi di farmaci sperimentati in pochi mesi che non hanno mai ottenuto la piena approvazione delle agenzie Fda, Ema e Aifa, ma solo un’autorizzazione con “condizionalità”?