Sulla condizionalità sullo stato di diritto Polonia e Ungheria non mollano. In una dichiarazione congiunta, i premier Mateusz Morawiecki e Viktor Orban propongono “di facilitare la veloce adozione del pacchetto finanziario” che comprende Bilancio Ue e Recovery fund, “stabilendo un processo a due binari.
Da un lato limitando il campo di applicazione di qualsiasi condizionalità aggiuntiva di bilancio alla protezione degli interessi finanziari dell’Ue, secondo le conclusioni di luglio. E dall’altro” rimandano ad “una discussione al Consiglio europeo, sulla possibilità “di stabilire un collegamento tra stato di diritto e interessi finanziari dell’Ue”, prevedendo meccanismi procedurali lunghi.
Polonia e Ungheria avevano posto il veto sul pacchetto da oltre 1800 miliardi che comprende il Bilancio Ue ed il Recovery Fund. Con il veto dei due paesi di Visegrad l’Unione rischia l’esercizio provvisorio di bilancio e con sostanziali ritardi anche per l’esborso delle risorse del Recovery.
Il teatro del nuovo scontro era stato il Coreper, la riunione dei 27 ambasciatori presso l’Ue, chiamati dalla presidenza di turno tedesca a dare il via libera politico agli accordi preliminari raggiunti dai negoziatori di Consiglio e Parlamento europeo su Budget 2021-2027 e Risorse proprie. Dossier sui quali è necessario un assenso unanime.