Avrebbero percepito rimborsi per 10,5 milioni di euro dal sistema sanitario regionale anche a fronte di oltre mille falsi ricoveri nellโUnitร di terapia intensiva coronarica, reparto, perรฒ, mai entrato in funzione. E’ quanto scoperto dalla Guardia di finanza nella clinica privata โVilla S. Annaโ di Catanzaro, nota struttura sanitaria nonchรฉ centro di riferimento regionale di alta specialitร per il trattamento e la cura delle malattie cardiovascolari, oggi al centro di un’inchiesta della Procura di Catanzaro chiamata in codice “Cuore Matto”.
I finanzieri del capoluogo hanno ricostruito la presunta truffa che si sarebbe consumata nellโarco di sei anni ed eseguito, su ordine del gip Gaia Sorrentino, una misura dellโinterdizione di 12 mesi per il management della casa di cura (il legale rappresentante e il direttore generale della clinica โS. Annaโ) e il sequestro alla societร e a tre persone dell’ingente somma ricevuta illegittimamente.
Le persone sospese per un anno dall’esercitare attivitร professionali o imprenditoriali sono Rosanna Frontera, 56 anni, di Catanzaro, legale rappresentante della casa di cura โVilla S. Anna S.p.a.โ e Giuseppe Failla, 65 anni, di Catanzaro, direttore generale della stessa clinica. Sono accusati di truffa aggravata e continuata ai danni del servizio sanitario e frode nelle pubbliche forniture. Coinvolto anche Gaetano Muleo, 75 anni, di Catanzaro, direttore sanitario della casa di cura dal 2010 fino ad agosto 2019. Muleo รจ destinatario insieme a Frontera e Failla del sequestro preventivo, esteso anche alla societร .
Oggetto delle investigazioni delle Fiamme gialle รจ stata la gestione del reparto di โUnitร terapia intensiva coronaricaโ (Utic), ufficialmente operante allโinterno della clinica โS. Annaโ, ma che, in realtร , non รจ mai entrato in funzione.
Sin dal 2013, secondo quanto ricostruito, la casa di cura era accreditata presso il servizio sanitario regionale alla gestione di posti-letto Utic, destinati al trattamento delle patologie cardiache acute, che richiedono monitoraggio continuo e costante dei parametri vitali, in soggetti con gravi scompensi cardiaci in atto.
Al termine delle attivitร , รจ emerso che il reparto Utic di โVilla S. Annaโ non era mai stato concretamente avviato, risultando privo di attrezzature conformi agli standard del servizio Utic e del personale medico e paramedico adeguatamente preparato e in numero idoneo a garantire unโefficace turnazione e assistenza โh24โ.
I pazienti cardiologici acuti, pertanto, venivano assistiti e trattati non presso lโinesistente Utic, come normalmente sarebbe dovuto accadere, ma nei reparti di โcardiologiaโ o di โUnitร terapia intensiva post-operatoriaโ (Utipo), mentre i posti letto ufficialmente destinati al reparto Utic ospitavano ricoveri ordinari.
“Grazie a tale sistema fraudolento, – spiega una nota degli inquirenti – la casa di cura รจ cosรฌ riuscita a ottenere tra il 2013 e il 2019 dal servizio sanitario regionale un illecito profitto di oltre 10 milioni di euro”. Somme, pari a 10.564.934,10 euro, per l’esattezza, di cui il giudice del Tribunale di Catanzaro ha disposto il sequestro preventivo ai fini della confisca alla societร e due indagati.
I presunti responsabili risultano iscritti nel registro degli indagati anche per il reato di โviolenza o minaccia per costringere taluno a commettere un reatoโ in quanto, una volta appreso dellโesistenza dellโindagine in corso da parte della Guardia di finanza, avrebbero minacciato alcuni medici in servizio presso la casa di cura di andare incontro a conseguenze sul piano lavorativo e personale, nel caso in cui non avessero ritrattato o quantomeno rimodulato le dichiarazioni rilasciate alla polizia giudiziaria circa il mancato funzionamento del reparto Utic.
Ulteriori approfondimenti sono in corso al fine di valutare il coinvolgimento di altri dipendenti della clinica nonchรฉ delle strutture pubbliche (come ad esempio l’Asp di Catanzaro e la Regione Calabria), deputate alla gestione e alla verifica dei requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici necessari per lโaccreditamento delle strutture sanitarie private. Non si esclude dunque che l’indagine si allarghi.
L’inchiesta รจ stata avviata allโinizio del 2019 dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro e, successivamente allโaccertamento delle prime ipotesi di reato, รจ stata affidata ai pubblici ministeri Vito Valerio e Chiara Bonfadini, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e la direzione del procuratore della repubblica, Nicola Gratteri.