Gratteri e il Tribunale di Rossano, Magna Graecia: “Soppressione voluta dal centralismo”

Il magistrato antimafia rileva la stortura. Il Comitato: "Strategia di isolare l’arco jonico. Si apra una ispezione al fine di individuare i responsabili utile a sanare una vera e propria vergogna di Stato. A Crotone idem con Soprintendenza e scalo aereo"

Carlomagno
Foto da Comitato Magna Graecia

“Era necessaria una dichiarazione di Gratteri per risvegliare le coscienze sulla stortura avvenuta nel 2012 quando lo Stato decise di chiudere dopo 150 anni di storia l’unico tribunale presente lungo l’arco jonico da Crotone a Taranto, ossia, il presidio giudiziario di Corigliano Rossano, oggi la prima città della provincia di Cosenza, con i suoi circa 80mila abitanti, che vede come più alto presidio giudicante l’Ufficio del Giudice di Pace, mentre centri come Paola (16mila abitanti), Castrovillari (20mila abitanti), Palmi (18mila abitanti) e Locri (12mila abitanti), sono sedi di tribunale”. E’ quanto si legge in una nota del Comitato Magna Graecia.

“Una autentica vergogna di Stato – prosegue la nota – su cui, finalmente, un alto prestigioso e autorevole magistrato antimafia Nicola Gratteri ne rileva le incongruenze, facendo riferimento alla Procura di Paola che è distante solo 30 chilometri dalla Procura di Cosenza. Un disegno chiaro, evidente, che rientra nella solita logica centralista bruzia la cui classe politica ha tradito per l’ennesima volta l’area jonica. E’ la solita storia che si ripete da oltre 50anni, sin dallo scippo della realizzazione dell’autostrada Sa-Rc che, come è noto, avrebbe dovuto sorgere lungo la riviera jonica ottenendo anche il risultato di un notevole abbattimento dei costi a beneficio delle casse dello Stato”.

Secondo il comitato ci sarebbe “una cabina di regia che continua nel tempo nel suo atteggiamento di totale arroganza e dominio che trova conforto nei soliti capibastone del territorio. I sanguisughe agiscono nella sanità allocando il laboratorio di Emodinamica solo a Cosenza, Castrovillari, Belvedere e Catanzaro, lasciando scoperti i presidi di Corigliano Rossano e Crotone.Accentrano le ASP solo nei capoluoghi storici, ed ora spunta l’ipotesi di accorpare gli ospedali spoke negli Hub. Ci si ripete nelle infrastrutture tentando di convogliare tutto il traffico (ferrato e su gomma) dall’Adriatica su Cosenza. Sul fronte culturale il quadro non muta: la soprintendenza di Crotone la si vuol rendere funzionalmente dipendente da Catanzaro. I poteri centralisti insomma sono dei tentacoli, pretendono di decidere sulle vocazioni e sulle potenzialità di altri territori”.

“E’ tempo di dire basta a questo stillicidio che provoca impoverimento e diseconomie. Ancora oggi il Mibact (ministero dei beni culturali) tiene bloccati i lavori di elettrificazione della tratta Sibari – Crotone, mentre Sacal boicotta il rilancio dello scalo aeroportuale di Crotone”.

“L’allora chiusura del Tribunale di Corigliano Rossano grida giustizia”. “Nessuno – si legge ancora – motiva formalmente le ragioni di quella soppressione, né si è mai avviata una attività di indagine seria circa la reale capienza del tribunale accorpante (lo si faccia anche adesso in tempi di Covid in relazione alla problematica degli assembramenti) dai cui dati emergono contenuti contrastanti a firma di alte cariche riconducibili al ministero di Grazia e Giustizia. Che la deputazione parlamentare, anche e soprattutto della fascia jonica, rispetto a questi temi la smetta di indugiare con attività perditempo ed avvii un’azione di accertamento delle verità da un lato e parallelamente di immediata riapertura del tribunale di Corigliano Rossano, il primo d’Italia per numero di abitanti dei 30 soppressi”.